Nigeria, Boko Haram fa strage di fedeli in preghiera: 97 vittime

3 Lug 2015 9:58 - di Bianca Conte

Boko Haram allunga la scia di sangue che segue il suo passaggio di strage e sopraffazione violenta: e così un centinaio di persone – per l’esattezza 97 – sono state trucidate mentre pregavano nelle moschee al tramonto, poco prima dell’interruzione del digiuno del Ramadan. E sono quasi tutti uomini, le vittime dell’ultimo massacro di Boko Haram nella città di Kukawa, 180 chilometri a nord-est di Maiduguri, roccaforte del gruppo terrorista e maggiore città della Nigeria nord-orientale.

Boko Haram, strage nelle moschee

Sono arrivati nelle moschee mentre la gente pregava, ha raccontato il portavoce dei gruppi di autodifesa Abbas Gava. Alcuni terroristi, ha aggiunto, sono entrati nelle case uccidendo bambini e donne che stavano preparando il pasto della sera. La dinamica, come sempre, spietatatamente feroce, è stata confermata da un membro del governo locale che ha richiesto l’anonimato perchè non autorizzato a parlare con i giornalisti. Le moschee, in particolare quelle i cui imam sono considerati troppo moderati, stanno diventando un obiettivo sempre più frequente dei jihadisti che hanno intensificato gli attacchi, soprattutto in questo mese di Ramadan, seguendo gli ordini del Califfato. Basti pensare che l’ultimo efferato agguato terroristico si è registrato solo il 22 giugno scorso, quando due ragazze si sono fatte saltare in aria in una moschea di Maiduguri affollata di fedeli in preghiera. I morti, in quel caso, sono stati 30 e decine i feriti. Non solo: la strage di Kukawa è avvenuta 24 ore dopo un altro attacco in un villaggio vicino, quello di Mussaram.

Boho Haram, l’escalation dell’orrore

«Almeno 48 fra uomini e ragazzi sono morti, e altri 17 sono stati gravemente feriti», ha detto un altro membro di un gruppo di autodifesa, Maidugu Bida. Lunedì scorso, ancora una volta vicino a Maiduguri, due kamikaze si erano fatti esplodere poco prima che arrivasse il vicepresidente Yemi Osinbanjo in visita a centinaia di migliaia di sfollati, forzati a lasciare le proprie case a causa dei continui attacchi di Boko Haram che negli ultimi 5 anni hanno trucidato 13oo0 persone e ne hanno costrette alla fuga un milione e mezzo. Il pericolo Boko Haram ha contagiato già da tempo i Paesi confinanti con la Nigeria che stanno cercando di arginare l’espansione del gruppo. La notte scorsa, allora, il procuratore capo del Ciad, Alhassim Khamis, ha annunciato l’arresto, da parte delle forze di sicurezza, di uno dei leader dell’organizzazione. Si tratta di Bahna Fanaye, il cui alias è Mahamat Moustapha. L’uomo è ritenuto il responsabile del traffico di armi tra Nigeria, Camerun e Ciad per la rete islamica radicale. Khamis ha precisato che a casa di Fanaye sono stati sequestrati diverse armi, materiali di comunicazione, documenti e più di 50 schede Sim.

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