Sono 100 milioni i cristiani perseguitati nel mondo tra Isis e regimi comunisti

30 Lug 2015 12:51 - di Laura Ferrari

Sono oltre 100 milioni i cristiani vittime nel mondo di discriminazioni, persecuzioni e violenze messe in atto da regimi totalitari o adepti di altre religioni. è quanto denuncia il dossier “Perseguitati”, pubblicato da Caritas Italiana su cristiani e minoranze stretti nella morsa fra terrorismo e migrazioni forzate. Solo in Corea del Nord ci sono tra 50 e 70 mila cristiani in campi di detenzione. Poi ci sono la Somalia, l’Iraq, la Siria, l’Afghanistan, il Sudan e l’Iran, dove i cristiani sono perseguitati con più intensità. Da novembre 2013 al 31 ottobre 2014, si calcola che i cristiani uccisi per ragioni strettamente legate alla loro fede sono stati 4.344, mentre le chiese attaccate per la stessa ragione sono state 1.062. Una barbarie, sottolinea la Caritas, che peraltro colpisce molte altre minoranze religiose ed etniche e che rivela un preoccupante aumento dell’intolleranza, non solo nel Medio Oriente, teatro dei conflitti in Siria e in Iraq e dell’affacciarsi delle milizie dell’Isis.

Cristiani bersaglio dalla Corea del Nord all’Iraq

Un anno fa, a luglio 2014, gli uomini dell’Isis irruppero a Mossul e iniziò un esodo che in poche settimane ha portato più di un milione di persone a rifugiarsi nella regione irachena del Kurdistan: cristiani, yazidi e altre minoranze, accolte in particolare nella regione di Erbil, Dohuk e Zakho. La situazione si è ulteriormente aggravata con nuove ondate di sfollati verso la regione del Kurdistan. «La Chiesa locale si è subito mobilitata dando accoglienza nei cortili, nelle chiese e in ogni spazio disponibile», sottolinea il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, che insieme al segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, lo scorso ottobre ha visitato i ampi profughi a Erbil. La Chiesa italiana aveva già promosso una giornata di preghiera, il 15 agosto, giorno dell’Assunzione e papa Francesco è più volte tornato sulla questione. Dopo la missione, l’impegno di Caritas Italiana si è concentrato su progetti di assistenza nelle diocesi di Erbil e Dohuk con un programma di gemellaggi per oltre un milione di euro a favore di 13 mila famiglie di cristiani e della minoranza degli yazidi, costrette a fuggire dai loro luoghi di residenza. Dal 2003 a oggi il sostegno economico di Caritas Italiana ai progetti di Caritas Iraq e della rete delle organizzazioni collegate alla Chiesa locale è stato di 3,3 milioni di euro. Il dossier evidenzia come spesso le cosiddette “guerre di religione” nascondano precisi interessi politici ed egemonici e rilancia con la concretezza dei fatti il volto riconciliato delle differenze religiose, come non cessano di testimoniare le Caritas del Medio Oriente dove sempre più cristiani e musulmani lavorano insieme.

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