Merkel parla come Salvini e Meloni: «I falsi profughi vanno rispediti a casa»

12 Giu 2015 12:26 - di Giorgia Castelli

I falsi profughi? Vanno rispediti a casa. A pronunciare queste parole non sono Matteo Salvini o Giorgia Meloni, ma a sorpresa è Angela Merkel, che sulla ripartizione dei profughi cerca di mettere i paletti. La cancelliera sull’accoglienza invoca una “società responsabile” spiegando che va fatta una distinzione: «Quelli che devono essere protetti devono ricevere la nostra protezione mentre quelli che non hanno bisogno di questa protezione devono tornare nei loro Paesi». Una presa di posizione “anomala” che è arrivata proprio il giorno dopo che dalla Commissione Ue è giunta l’assicurazione che in due anni saranno ricollocati i 40mila migranti provenienti dall’Italia (24mila) e dalla Grecia (16mila). Il tema sarà affrontato nelle prossime riunioni del Consiglio Ue e del vertice dei leader, del 25 e 26 giugno che hanno in agenda la storica novità dei trasferimenti dei richiedenti asilo dai Paesi di primo approdo. Gli Stati del Nord e dell’Est, ma anche la Spagna, frenano in particolare sull’obbligatorietà e sui parametri stabiliti per la ripartizione dei profughi. Sull’altro fronte l’Italia vorrebbe invece aumentare la quota di persone da trasferire. Ma la posizione del governo Renzi è stata fino ad ora troppo debole e in Europa ci hanno riso alle spalle. Ora a completare il quadro arrivano i messaggi della Merkel.

Merkel, il caso Grecia e la crisi con la Russia

Sul fronte delle trattative con Atene, la Merkel ha puntualizzato ciò che aveva detto nei giorni scorsi: «dove c’è la volontà c’è anche una strada. Ma la volontà deve venire da tutte le parti. È giusto che continui a parlare gli uni con gli altri, ancora e ancora». Quanto alla Russia ha precisato: «Vogliamo buone relazioni».  Merkel ha aggiunto di «essere profondamente convinta che questa crisi non avrà una soluzione militare ma politica». Parlando alla giornata delle imprese familiari a Berlino ha toccato anche il tema dell’inflazione: «Chiedo comprensione per il fatto che la banca centrale faccia qualcosa per contrastare l’inflazione troppo bassa». E ha aggiunto di ritenere comunque «doveroso che la Bce sia indipendente» e di capire la discussione in corso. «Ed è davvero mandato della banca centrale europea stare attenta a che noi non andiamo verso uno sviluppo deflazionistico».

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