Indagato Lotito per tentata estorsione. Perquisizioni in Federcalcio
Perquisizione nella sede della Federcalcio: gli agenti della Digos hanno setacciato gli uffici nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli che vede ingannato il presidente della Lazio, Claudio Lotito, per tentata estorsione. Perquisiti anche gli uffici di Carlo Tavecchio (presidente Federcalcio) e Mario Macalli (Lega Pro) che però non sono indagati.
Lotito nel mirino
L’inchiesta è scaturita dalla registrazione di una telefonata con Lotito consegnata agli inquirenti dal direttore generale dell’Ischia Calcio, Pino Iodice, nei mesi scorsi. I presunti illeciti riguardano l’erogazione di finanziamenti a società calcistiche. L’inchiesta è condotta dai pm di Napoli Vincenzo D’Onofrio, Vincenzo Ranieri, Stefano Capuano e Danilo De Simone ed è coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.
Partite truccate
Perquisizioni e cinque nuovi avvisi di garanzia anche nell’ambito dell’inchiesta che vede nel mirino la dirigenza del Teramo. Trentamila euro: sarebbe stato questo il prezzo per combinare la gara Savona-Teramo del 2 maggio scorso, vinta dagli abruzzesi che con quel successo hanno ottenuto la promozione in serie B dalla Lega Pro girone B con una giornata di anticipo. Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, la dirigenza del Teramo avrebbe dato mandato al direttore sportivo de L’Aquila Ercole Di Nicola, già indagato nella stessa inchiesta e ritenuto a capo di una delle due organizzazioni dedite a combinare partite, affinché aggiustasse il risultato dell’incontro in favore della squadra abruzzese. Di Nicola, secondo l’accusa, si sarebbe avvalso della collaborazione di altri professionisti del calcio: Ninni Corda, allenatore del Barletta, anche lui già indagato, e Giuliano Pesce, collaboratore tecnico del Parma.