A Fabio Fazio la Rai ha regalato il “Rischiatutto”. Sarà un quiz “rosso”

24 Giu 2015 14:46 - di Girolamo Fragalà

La Storia racconta che un bel giorno a Fabio Fazio affidarono Sanremo. Il Festival era troppo nazional-popolare, i critici lo giudicavano sempre con snobistico disprezzo. C’era l’esigenza di farlo diventare un po’ più “rosso” per conquistare il cuore dei radical chic e soprattutto per regalare una vetrina da milioni di spettatori ai “santoni” anti-berlusconiani dello spettacolo. Quale scelta migliore se non quella di Fazio e di Luciana Littizzetto? Dopo i primi fuochi d’artificio, però, ci fu il crollo: gli ascolti calarono raggiungendo livelli bassissimi, le vendite dei dischi (o meglio, del cd) furono ridotte al lumicino. La Storia, sempre quella con la S maiuscola, racconta che al posto di Fabio Fazio fu chiamato Carlo Conti, che con una rapida cura rimise in piedi il Festival, ascolti record e vendite di cd notevoli. Un Festival più tradizionale e meno politico.

 Fabio Fazio al posto di Mike Bongiorno

Era nell’aria la riconferma: a Sanremo tornerà anche il prossimo anno Carlo Conti. E al caro Fazio che gli diamo?, si sono chiesti i vertici Rai. Mica lo si può mortificare… Ecco che dal cilindro esce fuori un’idea. Una grande idea. Quasi geniale. Gli diamo il Rischiatutto. Sì, proprio così, lo storico programma presentato dall’irraggiungibile Mike Bongiorno. Un programma storico che fece diventare storici anche i suoi concorrenti, dalla prima campionessa Silvana Guerriero a Giuliana Longari (la famosa “signora Longari”, con annessa la leggendaria battuta di Mike che poi fu smentita) per continuare con il simpatico farmacista Andrea Fabbricatore e finire con il concorrente più celebre, Massimo Inardi, il medico con la passione della parapsicologia. L’eredità di tutto questo tesoro televisivo passa a Fazio, con la speranza che non ripeta la nefasta esperienza di Sanremo. Di un Rischiatutto rosso non ne abbiamo bisogno, c’è già il Pd di Renzi, basta e avanza.

 

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