Altra promessa di Renzi: «basta austerità, faremo casino a Bruxelles»

31 Mag 2015 8:22 - di Redazione

Matteo Renzi smonta un altro mito della sinistra: «Il trattato di Lisbona ha fallito: da quel patto avrebbe dovuto nascere una Europa con il ruolo di guida per la crescita mondiale». Il piano di Delors era un fallimento annunciato, ma – secondo “La Repubblica” – per Renzi è solo colpa dell’austerità: «se diamo una immagine dell’Europa solo di rigore e burocrazia facciamo solo un grande regalo a chi vuole distruggerla».

Renzi punta a un’asse italo-francese contro l’austerità

Il premier ne parla da una sede come il festival dell’Economia di Trento — dove quest’ anno si parla di come rilanciare la mobilità sodale e di come ridurre le disuguaglianze — e stando seduto accanto al primo ministro francese Manuel Valls. I due leader ne hanno parlato con tutta probabilità in un pranzo riservato, allestito per loro dal titolare della cantina Ferrari. Dove tra i temi trattati non sarà mancato uno scambio di opinioni in vista della trattativa per la gestione dell’emergenza migranti.

Renzi però non riesce a convincere Parigi nemmeno sui migranti

Poi sul palco dell’Auditorium di Trento, pur incalzati dalle domande della giornalista di La7 Lilli Gruber, Renzi e Valls hanno svicolato possibili polemiche sul rifiuto francese a farsi carico di quote di migranti, rinviando la discussione alle prossime settimane. Preferendo concentrarsi sulle critiche comuni all’austerità. Nonché alla Germania, individuata come la paladina del rigore costi quel che costi.

“Pd non parla mai male della Merkel”

Renzi ha mandato un avvertimento alla cancelliera Angela Merkel dandole appuntamento per il prossimo autunno: «II futuro dell’economia parlerà francese e italiano e non tedesco. A settembre, dopo che avremo completato questo primo ciclo di riforme, posso assicurare che l’Italia andrà a fare casino a Bruxelles con una determinazione che nemmeno immaginate». Dopo il bastone, la carota: «Noi del Pd non parliamo mai male della Merkel. Non è lei la causa della crisi, ma la macanza di riforme».

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