Nel 2017 la verità su JFK? La Cia spinge su Obama per bloccare tutto

26 Mag 2015 15:23 - di Antonio Pannullo
I funerali di JFK

Tra due anni sapremo la verità sull’assassinio di John Kennedy? Si spera, ma è alquanto improbabile, perché negli Stati Uniti le parole “sicurezza nazionale” possono nascondere tutto. Una speciale squadra di archivisti, autorizzata a maneggiare materiale top secret, è stata messa su al National Archives degli Stati Uniti, a Washington, per lavorare sui circa 40mila documenti federali relativi all’uccisione del presidente John Kennedy nel novembre 1963 che non sono stati ancora diffusi e che, almeno in parte, devono essere resi pubblici per legge entro ottobre 2017, a meno che il presidente Usa in persona non vi si opponga. Lo spiega il giornale online Politico.com. A stabilire questi limiti temporali è il JFK Records Act del 1992 che fissò a 25 anni la scadenza per la pubblicazione, anche se agenzie governative potranno fare appello direttamente al presidente (colui o colei che sarà in carica nel 2017) affinché ne mantenga, almeno alcuni, segreti. Ed è esattamente quello che temono diversi ricercatori e accademici, per non parlare dei molti convinti dell’esistenza di un complotto dietro la morte di JFK con tutte le sue possibili ramificazioni, dalla Cia in poi. «I National Archives faranno tutto ciò che è nel loro potere per rendere questi documenti disponibili al pubblico – ha detto a Politico Martha Murphy che è a capo della sezione speciale interessata presso gli archivi nazionali -. Questo è il mio unico obiettivo. Ci sono limiti ai miei poteri e il presidente degli Stati Uniti ha il diritto di dire se qualcosa deve essere trattenuta per un periodo più lungo». Fuor da metafora, è molto probabile che la Cia o l’Fbi – o entrambe – si opporranno alla diffusione di tutti i documenti relativi, perché molti di essi potrebbero rivelare l’esistenza di operazioni classificate e addirittura gettare cattiva luce sulle stesse istituzioni americane.

50 anni dopo l’omicidio JFK la gente vuole sapere la verità

Da quel 1963 è passato oltre mezzo secolo, si dirà, e molti dei protagonisti di quella vicenda sono morti; inoltre cinquant’anni sono un lasso di tempo adeguato per far conoscere al pubblico la verità, soprattutto dopo che le prime spiegazioni e versioni sono state clamorosamente smentite. La Guerra Fredda è finita, l’Unione Sovietica non esiste più, il mondo è molto lontano da dove era nel 1963. Però, per la verità, c’è ancora una questione che potrebbe essere collegata con quella lontana vicenda: ed è la questione di Cuba, i cui protagonisti sono ancora vivi, o almeno uno di essi, Fidel Castro, all’epoca lìder maximo dell’isola, che la Cia avrebbe voluto volentirei togliere di mezzo, e forse aveva anche un piano dettagliato per farlo, e i cui particolari potrebbero essere proprio in quei file secretati. Lo stesso John Kennedy tentò di provocare un golpe a Cuba, spinto dagli esuli cubani e dal suo governo, golpe che però si concluse drammaticamente alla Baia dei Porci. E oggi, nè mesi della storia, le due nazioni si stanno faticosamente riavvicinando, per gli sofrzi del presidente Barack Obama – per altri versi grande ammiratore di JFK nonché membro dello stesso partito – e del capo di Stato cubano Raul Castro, fratelli di Fidel. Ora, non sarebbe di aiuto alla dilpomazia sapere che la Cia meditava l’eliminazione di Castro… Per questo è molto verosimile che prima dell’ottobre 2017, ese in cui i documenti dovrebbero essere desecretati, qualcuno convinca Obama – l’unico che può devidere di tenere segreto qualche documento ancora per un po’ – che non sarebbe opportuna la dececretazione totale. Il caso JFK, come titola quel film, è davvero destinato a rimanere ancora aperto.

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