Si allarga la spaccatura in FI: ora in Puglia il centrodestra rischia di perdere

7 Apr 2015 19:03 - di Redazione
Raffaele Fitto

«Per noi c’è ancora l’ipotesi di andare tutti insieme con Schittulli ma se questa ipotesi non dovesse realizzarsi due cose devono essere molto chiare: la prima è che non avverrà per colpa nostra; la seconda è che noi non rimarremo fuori dalla mischia». Lo ha detto il segretario di Forza Italia in Puglia, Luigi Vitali, parlando della frattura all’interno di Fi e della coalizione che sostiene il candidato governatore alle regionali del 31 maggio prossimo. A dividere Forza Italia e a incrinare gli equilibri tra i partiti è il nodo delle liste: i “Ricostruttori” di Raffaele Fitto chiedono che siano tra le fila di FI tutti i consiglieri regionali uscenti, mentre Vitali ribadisce che le liste si fanno con «criteri e metodi acclarati dal nostro partito». Questo irrigidimento ha portato il candidato Schittulli a sostenere le ragioni dell’europarlamentare salentino e a minacciare di correre per la carica di governatore senza Forza Italia. Una eventualità con cui in queste ore si stanno misurando anche gli altri partiti. «Io – spiega Vitali – sto aspettando da Fratelli d’Italia e dal Nuovo centrodestra parole chiare. Loro mi devono dire “noi facciamo nostri i veti di Schittulli e rimaniamo con Schittulli”, e io ne prendo atto. Oppure mi devono dire “noi interverremo su Schittulli perché faccia cadere queste preclusioni su FI” e io li ringrazio e ne prendo atto ugualmente. Oppure mi devono fare un’altra proposta». «Cioè – sottolinea Vitali – io ho rinunciato a esprimere un candidato presidente, ho aderito a un candidato che altri mi hanno proposto, l’ho presentato l’8 marzo con il presidente Berlusconi, più di questo come Forza Italia cosa devo fare? Abbiamo dimostrato nei fatti che Schittulli era il nostro candidato e che lo volevamo come presidente. Però se questo matrimonio non s’ha da fare non è per colpa nostra». Continua insomma lo scontro all’interno di Forza Italia, ed è sempre Raffaele Fitto tenere alto il dibattito (e le polemiche): «Ridare speranza a elettori Fi e centrodestra, altro che liti condominiali o appelli retorici (mentre si epura). Per le regionali, escludere chi ha consenso è suicida…», ha infatti affermato in una nota. «Per ciò che riguarda le regionali – prosegue Fitto – ribadisco che occorre giocare per vincere e non per perdere. E una delle precondizioni per farlo è che non ci siano estromissioni ed esclusioni. Altro che una ridicola conta di quante candidature garantire agli uni o agli altri in questa o quella Regione. Chi parla in questi termini o non capisce o finge di non capire», afferma ancora l’eurodeputato.

Fitto vuole i suoi candidati alle regionali: hanno il consenso…

«Tra l’altro – aggiunge ancora – sottolineo un punto. In tutte le Regioni coinvolte da questa tornata, le leggi elettorali regionali prevedono il meccanismo delle preferenze per la scelta degli eletti. E allora si lasci campo libero a una aperta competizione basata sul consenso. Si consenta agli elettori di scegliere all’interno di liste forti e competitive. Ma eliminare preventivamente qualcuno (“colpevole”, magari, di avere troppo consenso!) è una mossa politicamente suicida. Poi, più in generale, ed è ciò che più mi interessa, noi dovremmo essere ossessionati dalla volontà di tornare a parlare ai 9 milioni di elettori che ci hanno abbandonato negli ultimi anni. I quali chiedono una offerta politica rinnovata, e un centrodestra serio e credibile, nei contenuti e nell’impostazione politica complessiva». Conclude il “ricostruttore”: «Adesso, dinanzi a drammatiche elezioni regionali, il tentativo è chiaro: presentare le gravi questioni politiche che sono sul tavolo come fastidiose liti condominiali, rivolgere appelli retorici all’unità e riservarsi – dopo le elezioni – lo spazio per un finto rinnovamento destinato in realtà a lasciare tutto in mano ai “soliti autonominati” coprotagonisti degli errori del 2014 e di questi mesi del 2015. Troppo comodo».

Furlan: Fitto è un falso ricostruttore. Romani: grande preoccupazione

Pronte le repliche degli azzurri: «Fitto descrive Forza Italia come una sorta di bisca dove tre o quattro giocatori seduti al tavolo decidono tutto mentre gli altri stanno a guardare: niente di più irreale e falso. Capiamo che per alcuni, come per lui e per i suoi quattro allegri compagni di brigata, le regole democratiche sono belle solo a parole, ma noi siamo un partito trasparente e che, soprattutto, decide», ha detto Simone Furlan, leader dell’esercito di Silvio. «Abbiamo deciso – prosegue – di rilanciare il nostro progetto politico lavorando giorno e notte sui territori, non certo come Fitto, che predica bene e razzola male. Mi sembra evidente che di Forza Italia non gli va più bene nulla: sia coerente e porti avanti le sue idee al di fuori del nostro partito. Noi non abbiamo di certo bisogno di detrattori o falsi ricostruttori». Da parte sua Paolo Romani, capogruppo Fi al Senato, si dice «molto preoccupato» per le polemiche con Fitto, perché «le divisioni non hanno mai aiutato il centrodestra». A chi, come Maurizio Belpietro, nel corso di La Telefonata, gli chiede se c’è ancora spazio per “un’alleanza” con Fitto come con Angelino Alfano e con la Lega, Romani risponde: «Dobbiamo capire di che centrodestra dobbiamo parlare e dobbiamo verificare, oggi, se c’è ancora spazio per un’alleanza visto che su alcuni argomenti la Lega la pensa in maniera opposta rispetto a Ncd. Un approfondimento va fatto. Certo – aggiunge – sia Alfano che Fitto si mettono in condizioni di alternativa totale e definitiva. Se ci fossero delle possibilità di approfondimento e discussione in più che non consentissero malintesi…».

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