Concessioni edilizie truccate: 11 arresti al Comune di Roma

2 Feb 2015 9:22 - di Carlo Marini

La Guardia di Finanza ha eseguito una serie di ordinanze di custodia cautelare nei confronti di funzionari e tecnici del Comune di Roma e di altri enti nell’ambito di un’indagine su corruzione e concussione condotta dalla Procura di Roma. Gli arresti, dopo la prima tranche dell’operazione condotta a inizio dell’anno, hanno riguardato questa volta tecnici in servizio al nono dipartimento di Roma Capitale (programmazione e attuazione urbanistica), preposti a rilascio delle concessioni edilizie. Sono 11 le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Roma nell’ambito dell’indagine nei confronti di tecnici e funzionari pubblici del Comune di Roma. In particolare si tratta di cinque funzionari pubblici, tre tecnici del Comune e due ispettori della Asl, che sono stati arrestati, e sei imprenditori a cui è stato imposto l’obbligo di presentazione davanti all’autorità giudiziaria.

La prima ondata di arresti l’8 gennaio

L’operazione di oggi si collega a quella dell’8 gennaio scorso, quando furono eseguite 28 misure cautelari (di cui 22 arresti) per funzionari pubblici, imprenditori e professionisti accusati di corruzione e concussione. Funzionari di municipi e Asl erano finiti in manette perché intascavano mazzette da imprenditori per istruire pratiche edilizie, chiudere un occhio su controlli sulla sicurezza nei cantieri o dare il via libera all’allacciamento con la fogna in un cantiere. «Pozzi senza fine», li avevano definiti in una intercettazione due imprenditori che elargivano bustarelle e mazzette fino a 8.500 euro. A finire in manette, su richiesta del gip della Capitale, funzionari dell’ufficio tecnico dei municipi XIII e XIV (nella zona nord-ovest di Roma) e della Asl Rm E. Una corruzione diffusa e “preventiva” in base alla quale un imprenditore doveva “necessariamente” rivolgersi. Gli imprenditori foraggiavano anche il responsabile dell’ufficio tecnico della rete fognaria che suggeriva all’impresa di turno la ditta giusta cui rivolgersi e dalla quale prendeva poi la tangente. A finirenell’indagine anche un ispettore dello Spresal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) della Asl che in cambio di soldi evitava di riscontrare irregolarità nei cantieri o il mancato rispetto delle normative sulla sicurezza. In totale il gip del tribunale di Roma, Anna Maria Gavoni, aveva chiesto provvedimenti restrittivi per 28 persone di cui 6 in carcere, 16 ai domiciliari e 6 con obbligo di presentazione alla polizia.

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