Banche popolari, il governo se la ride alle spalle di famiglie e imprese

6 Feb 2015 16:26 - di Franco Bianchini

Sulla riforma delle banche popolari c’era «bisogno di una accelerazione considerato che un riordino era fermo da decenni». Lo ha detto il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan sul dl popolari che intende «rafforzare una parte importante del sistema che ha fatto bene e farà ancora meglio. Le banche prendano atto che il mondo è cambiato».

Il no di Maurizio Gasparri: l’attacco va respinto

«L’attacco alle Banche Popolari va respinto. Ci sono in Parlamento tutte le condizioni per impedire una manovra sbagliata contro gli istituti di credito del territorio, quelli più vicini alle piccole imprese e alle famiglie», dice il senatore di Fi Maurizio Gasparri. «Il decreto di Renzi non aveva i presupposti di necessità e di urgenza ed è gravissimo sia stato firmato nonostante i nostri appelli. La discussione parlamentare deve essere approfondita e non si può pensare di strangolarla con il voto di fiducia. L’accoppiata decreto-fiducia su una materia di questo tipo è una provocazione intollerabile. Renzi dice che bisogna fare chiarezza sul credito? Ci parli piuttosto di speculazioni che qualcuno, a conoscenza del provvedimento, avrebbe potuto attuare. La Consob ha avviato delle verifiche e si fanno anche nomi di persone a lui molto vicine. È una vicenda grigia – incalza Gasparri – dei cui contorni dovremo parlare anche in occasione della discussione sul provvedimento. Migliorare la qualità del nostro sistema creditizio è un dovere, ma vanno respinte anche alcune affermazioni provenienti dalla Banca d’Italia. Quella Banca d’Italia che ha chiuso gli occhi di fronte al disastro del Monte dei Paschi di Siena. Come hanno vigilato in quella occasione? Parla l’istituto che si sottrae anche al rispetto dei tetti degli stipendi per la pubblica amministrazione. Visco guadagna cifre colossali e irride alle norme che sono state varate, ammantandosi di una presunta autonomia della Banca d’Italia. Di tutte queste cose dobbiamo discutere, e lo faremo a partire da questo decreto che, così com’è, non può passare».

Renato Brunetta: dal governo una delle pagine più oscure

«La vicenda del decreto-legge di riforma delle banche popolari rappresenta una delle pagine più oscure del Governo Renzi», ha detto a sua volta Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, discutendo in aula a Montecitorio un’interpellanza urgente a Renzi e Padoan. «L’aspetto più inquietante dell’intera vicenda sono gli effetti dirompenti che la notizia della riforma ha avuto sui mercati finanziari, a partire da lunedì 19 gennaio 2015, con rialzi a due cifre di tutte le banche coinvolte. C’è il sospetto che mani forti avessero messo insieme grossi pacchetti di azioni con un anticipo quasi da “veggenti”. E ciò che si prefigura davanti ai nostri occhi e agli occhi dei cittadini, è l’immagine di un governo che si presta a varie “mani”: mani che prendono informazioni, mani che cambiano testi all’ultimo momento, mani ‘invisibili’, mani di fata, ma che in realtà hanno un ruolo chiave per i sotterfugi dell’Esecutivo. Il governo avrebbe dovuto chiarire, e oggi non l’ha fatto, le fasi tecniche e i passaggi che hanno anticipato l’approvazione di questo decreto, le cui vicende poco trasparenti, oscure, e alquanto anomale lasciano intravedere ampi margini di opacità e pongono seri e fondati dubbi sulle modalità di gestione delle informazioni da parte dell’esecutivo».

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