Messaggio all’Italia: Atene si ribella e dice no ai diktat della Troika

20 Nov 2014 13:45 - di Gioacchino Rossello

C’è chi dice no. E non è solo Vasco. Perché oggi c’è, finalmente, chi dice no all’Europa matrigna. A quest’Europa disegnata dai burocrati e benedetta dalla Troika. È la piccola Grecia che si ribella. È questa culla della civiltà che, dopo aver subito la devastante azione dei funzionari inviati da Fondo monetario internazionale, Unione Europea e Banca centrale europea, azione che è valsa lacrime e sangue alla sua popolazione, ha deciso di dire basta. Si, perché mica tutti si calano le brache, sempre e comunque, davanti ai diktat.

No a ulteriori tagli previdenziali

Non è che, se fai anni di sacrifici e imponi tagli e rigore, questo fatto può essere riprodotto all’infinito. No, non è possibile. E i greci pare lo abbiano ben capito. Ecco perché il ministro ellenico delle Finanze, Gikas Hardouvelis, ha risposto picche alle ultime richieste della Troika spiegando che il suo Paese non intende apportare modifiche al sistema previdenziale tali che possano provocare una riduzione delle pensioni o l’aumento dell’età pensionistica. E non è tutto. Il governo di Atene ha escluso pure cambiamenti alla legge che attualmente regola i licenziamenti collettivi nonché le modalità che riguardano la proclamazione dello sciopero per i quali la troika chiede siano prese con la maggioranza del 50% più uno. C’è quindi la questione del buco di bilancio e dell’aumento dell’Iva: anche su questo la Grecia dice ancora di no. Non è vero, spiega infatti il ministro delle Finanze, che Atene nei suoi conti per il 2015 (come i falchi eurocrati avevano ipotizzato) abbia un buco di bilancio né è possibile aumentare l’Iva sui prodotti alimentari e di largo consumo.

Nessuna modifica per mutui e prestiti

Nessuna modifica infine alla normativa che regola i mutui e i prestiti in rosso: legge già in vigore grazie alla quale i cittadini ellenici usufruiscono di vantaggi notevoli. Eccolo l’esempio che ci voleva. Ecco il perché della necessità di non cedere ai diktat. Il rigore fine a se stesso strangola la popolazione e produce recessione e miseria e lutti. E così la lezione che viene da Atene è chiara: nessuno, neppure la Troika, può chiedere l’impossibile. Perché il troppo stroppia. Mentre se si ha la schiena dritta, tutti – Merkel compresa – saranno costretti ad abbozzare. Chissà se l’incantatore Renzi lo capirà…

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