Casi marò e Storace: esordisce il Tribunale Dreyfus
Presso il Tempio di Adriano, in piazza di Pietra a Roma, ha fatto il suo esordio il Tribunale Dreyfus, l’associazione contro la malagiustizia promossa da Arturo Diaconale, direttore dell’“Opinione”. E la “prima” è stata dedicata al caso dei due marò e al processo per vilipendio a carico del segretario de La Destra, Francesco Storace. Altra “udienza”, con testimonianze, il 13 ottobre e verdetto politico e morale il 26.
Arturo Diaconale, direttore dell’Opinione e giornalista di pensiero liberale, ha avuto l’idea di dar vita a questo Tribunale Dreyfus, in cui vengono raccolte le storie più clamorose di malagiustizia. Il Tribunale ha fatto il suo esordio, con tanto di Alta Corte presieduta dal professor Federico Tedeschini. L’udienza dedicata al caso Storace ha visto la sua deposizione e poi la convocazione di testi per il 13 ottobre, quindi la “sentenza” prevista il 26. «Spero di poter ascoltare di persona il verdetto – ha commentato Storace – visto che il 21, in caso di condanna, finirei in gattabuia. E’ un’iniziativa da prendere con assoluto rispetto, e da sostenere, quella assunta da Diaconale col suo “Tribunale Dreyfus”, che prende il nome dal famoso processo celebrato con prove palesemente false; perché intende portare in piazza il diritto e la verità, che debbono poter marciare insieme e che troppo spesso sono insieme negati da inspiegabili eventi di natura politico-giudiziaria. Se in questo Paese si deve espiare una pena per aver espresso un giudizio – ha aggiunto Storace – non deve accadere alla chetichella, nel silenzio dei grandi organi di informazione. Agorà giudiziario, tensione popolare, verità incensurabile. Non intendiamo mollare affatto rispetto ai nostri diritti. Costi quel che costi».