Vino, la vendemmia mai così male dal 1950. E in più le truffe doc

9 Set 2014 13:23 - di Ginevra Sorrentino

Il bicchiere è mezzo vuoto: ma sul serio, purtroppo. Tutta colpa del maltempo, che ha infierito come poche altre volte su gran parte dei vigneti italiani. Tanto che, con un taglio di oltre il 15% rispetto allo scorso anno, la vendemmia 2014 rischia di classificarsi come la più scarsa dal 1950, con una produzione di vino che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri, anche se molto dipenderà dalle condizioni climatiche delle prossime settimane. E non sarebbe nemmeno l’unico record negativo da registrare: come anticipa una stima della Coldiretti, infatti, «è ormai certo che l’Italia perderà quest’anno il primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia, dove le stime per l’anno in corso danno una produzione di 47 milioni di ettolitri, secondo l’Istituto del ministero dell’Agricoltura d’oltralpe». Certo, molto dipenderà anche dal meteo delle prossime settimane, anche perché quest’anno si vendemmia “tardivamente” fino a novembre, e restano ancora da raccogliere le uve nell’80% del vigneto italiano. Il consuntivo, però, al momento presenta un segno meno davanti a stime e prospettive, con i tagli produttivi maggiori – come precisato da Coldiretti – che si dovrebbero verificare nelle Regioni del Sud, Puglia e Sicilia in particolare, dove si valutano cali fino al 30%; con il raccolto in flessione negativa anche in tutte le regioni del Nord, salvo l’eccezione positiva rappresentata dall’area centrale del Bel Paese, che risulterebbe l’unica a far registrare un aumento produttivo, stimato attorno al 10%.

Una botta al mondo vitivinicolo nazionale che, per la prima vera volta negli ultimi anni, accusa il colpo: e non ci siamo abituati. Il settore del “Nettare di Bacco”, infatti, in tempi di recessione economica è stato tra i pochi a mantenere livelli di solidità e di competività sul mercato interno ed estero, a fronte di crolli imprenditoriali altisonanti, e a dispetto di grandi marchi e grossi firme costretti a volare e svendere all’estero: con grande danno subito dal brand del made in Italy. Se consideriamo poi che, come sottolinea la Coldiretti a conclusione della sua indagine, la vendemmia in Italia coinvolge 650.000 ettari di vigne, dei quali ben 480.000 Docg, Doc e Igt, e oltre 200.000 aziende vitivinicole, dalle quali si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino, realizzato per oltre la metà all’estero, con una ricaduta occupazionale stimata complessivamente in 1,25 milioni di persone, si hanno più chiari i numeri che regolano e giustificano i motivi del successo industriale del reparto, e dunque la portata negativa del trend di quest’anno.

Come se non bastasse, infine, a infierire ulteriormente ci si è messa anche una frode che ha investito uno dei marchi più blasonati e amati del settore, per cui vino di modesta qualità sarebbe stato venduto come Brunello e Rosso di Montalcino. Una truffa scoperta dalla Guardia di Finanza di Siena, grazie a una segnalazione del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, che ha portato al sequestro di oltre 160.000 litri di vino e 2.350 contrassegni di Stato. Un inganno definito dalle stesse Fiamme Gialle «clamoroso», nel quale sarebbe coinvolto un enologo di svariate aziende agricole di Montalcino, che è stato denunciato. Un raggiro che l’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Siena, con la collaborazione dell’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole di Firenze, ha portato finora al sequestro di un quantitativo di bottiglie pari a un valore di quasi un milione di euro. In particolare, secondo quanto spiegato dalle Fiamme Gialle in una nota, a seguito di numerose perquisizioni sono stati sottoposti a sequestro probatorio 165.467 litri di vino, pari a circa 220.600 colli del formato da 0,75 cl. di cui 75.620 litri di Brunello di Montalcino e 89.847 litri di Rosso di Montalcino. Sequestrati anche «copiosa documentazione e materiale contraffatto». E commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità, di sicuro non aiuterà la ripresa…

 

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