Atreju. Si allarga sempre più il fossato tra Russia e Occidente. Terzi: si rischia una nuova Guerra fredda

19 Set 2014 19:59 - di Antonio Pannullo

Geopolitica e politica estera al centro dei dibattiti organizzati ad Atreju. Dopo la presentazione del libro “Confini e conflitti” di Marco Valle, che trattiamo a parte, il giornalista Gian Micalessin ha proposto la visione di un suo emozionante reportage sull’assedio della città cristiana siriana di Maaloula, dove c’è il monastero di Santa Tecla, luogo simbolo della cristianità in Siria, conquistata dai qaedisti e poi liberata dall’esercito regolare siriano, al seguito del quale Micalessin ha filmato le sequenze. Dopo il dibattito sulla situazione siriana, e nell’ambito delle conferenze Pagine strappate. Il caffè letterario, è stato presentato il libro Oltre la Crimea: Russia contro Europa? di Aldo Ferrari, che ha partecipato al dibattito insieme con Adolfo Urso (presidente della fondazione Farefuturo), Giulio Terzi di Sant’Agata (ambasciatore, ex ministro degli Esteri), Gennaro Sangiuliano (vice direttore del Tg1), introdotti e moderati da Andrea Delmastro, capogruppo FdI al comune di Biella.

La Crimea in realtà ha fatto solo da detonatore a una situazione che non poteva più proseguire, e che riguarda l’antagonismo Russia-Occidente, laddove secondo molti l’Unione europea farebbe solo da longa manus alla Casa Bianca. Ciò che potrebbe portare a una nuova Guerra Fredda, come paventato dai relatori, con tutte le negative conseguenze del caso, soprattutto per l’Italia. Adolfo Urso ha analizzato il problema dell’approvvigionamento energetico nel nostro Paese, sottolineando che la Russia è da sempre un forte partner commerciale dell’Italia. Secondo Urso in definitiva l progetto di Vladimir Putin sarebbe fattito, o starebbe fallendo: quel progetto di unione doganale con i Paesi vicini, ex satelliti dell’Unione Sovietica, non si sta realizzando. «Mosca – ha detto Urso – non è riuscita a rifare il Comecon (il Patto di Varsavia)». Molti Paesi hanno detto no a questa unione, Paesi ex sovietici, solo la Bielorussia e un altro paio di nazioni hanno aderito, per cui il progetto può dirsi naufragato, sostiene l’ex viceministro per il Commercio con l’Estero. E poi, la questione dell’Ucraina in ogni caso ha danneggiato le manovre di Mosca. Il problema, in realtà, ha ricordato Urso, nacque addirittura con Stalin, che quando fu ministro delle Minoranze, prima di diventare diciamo capo dello Stato, in realtà dittatore feroce dell’Urss per decenni. Stalin, a quei tempi, mischiò le popolazioni diverse da quella russa con i russi, per evitare in futuro destabilizzazioni e la nascita di tante “piccole patrie”. Per l’ambasciatore Terzi non è realistico sostenere che il piano di Putin abbia fallito: sicuramente non ha fallito sul fronte interno, dove il consenso è pressocché plebiscitario, non ha fallito nella percezione degli Stati Uniti, che lo temono sempre più, e non ha fallito nell’atteggiamento dimostrato dall’Europa, che anche in questo segue gli States. Per Terzi anzi la “criminalizzazione” cui è stata sottoposta la Russia di Putin da più parti, ha invece fatto emergere quella vocazione zarista e sovietica che il Cremlino ha ben saputo interpretare. I russi – oggi come ieri – sono fermamente convinti – e non è detto che sia per imperialismo – che la Federazione russa debba farsi “continente di mezzo” tra Europa e Asia. Quello che è certo, per Terzi, è che la Russia è una componente fondamentale per la sicurezza europea, è un’amica dell’Europa, ma è altrettanto certo che negli ultimi anni Mosca ed Europa si sono progressivamente allontanate, soprattutto dal punto di vista militare. Terzi ha poi citato Aleksandr Dugin, secondo cui la Russia deve dominare e guidare le popolazioni limitrofe, anche perché generano instabilità, come il caso ceceno ha ampiamente dimostrato; e poi la Russia dovrebbe anche avere una certa influenza sull’Europa. E per questo, ha evidenziato l’ambasciatore, il fatto della Crimea era ampiamente preannunciato da tempo. E, aggiungiamo noi, è stato un fatto utilizzato e sfruttato in chiave antirussa da Usa e, ahimé, Unione europea. Terzi ha concluso ammonendo circa il pericolo dell’avvento di una nuova Guerra Fredda. «Per questo occorre abbassare i toni da parte di tutti». Per il giornalista Gennaro Sangiuliano la verità è che la visione russa del mondo è sempre quella di Dostojesky, con l’uomo al centro dell’intero sistema, del mondo, visione condivisa anche dal grande oppositore del comunismo Solgenitsin: insomma, scrisse lo scrittore in suo libro, la Russia non deve fare come fa l’America, ma seguire un proprio modello. Le tradizioni, dice Sangiuliano, sono sempre quelle della Grande Russia. Il problema prima che politico, in definitiva, è sempre culturale. E su questo bisogna agire se si vuole conoscere a fondo il problema e la sua soluzione. «Le radici culturali sono differenti», ha detto Sangiuliano, che poi si è chiesto quale sia in realtà oggi l’Occidente, dove sia, dove vada, e soprattutto dove sia oggi il suo autentico spirito. «Qual è l’Occidente oggi? Sta dalla parte degli Stati Uniti o piuttosto non sta più dall’altra parte?». Sangiuliano ha ricordato che lo stesso generale De Gaulle disse che lui non avrebbe mai firmato i Trattati di Roma sull’Europa… In definitiva, per il giornalista, il contesto geopolitico è molto cambiato negli ultimi anni, dobbiamo porci il problema se apprezzare o meno il sistema valoriale della Russia o quello degli Stati Uniti (e quindi anche dalla Ue). Per quanto riguarda il problema delle sanzioni, arcaico espediente che non ha mai funzionato, i relatori hanno concordato sulla loro inutilità e anzi perniciosità per tutti. Tranne che per Putin, che dalle sanzioni ha tratto rinnovata energia.  La sintesi l’ha fatta poi l’autore del libro sulla Crimea, Ferrari: per lui la Russia è un fenomeno estremamente complesso, però quello su cui dobbiamo interrogarci è il fatto che si bombardino e distruggano Paesi come l’Iraq – ma anche la Serbia – e poi ci si scandalizzi enormemente se la Crimea con libero referendum sceglie di aderire alla Federazione russa. C’è chiaramente qualcosa che non va nella esagerata reazione occidentale…

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