Eterologa, la Toscana va avanti. Scontro tra il governatore Rossi e il ministro Lorenzin

11 Ago 2014 14:02 - di Anna Clemente

Un nuovo tavolo a settembre per un approfondimento giuridico a cui è invitata anche la Corte costituzionale. Dopo lo stop imposto da Matteo Renzi al decreto che sarebbe dovuto andare al Consiglio dei ministri di giovedì, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin sarebbe intenzionata a chiamare a raccolta tutti i soggetti interessati per cercare di uscire dall’impasse sulla fecondazione eterologa. Il tavolo potrebbe cercare una via normativa che sistemi almeno alcuni punti lasciati in sospeso dalla sentenza della Consulta in attesa della legge del Parlamento. Tra i problemi da risolvere ci sono l’istituzione di un registro centrale delle donazioni dei gameti, la fissazione di un tetto massimo al numero di gravidanze generate da uno stesso donatore e il recepimento di una direttiva europea sulle autorizzazioni per i centri per la procreazione assistita. L’ipotesi di prendere del tempo per riflettere e chiarire gli aspetti più controversi della vicenda trova l’appoggio del presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, che in un’intervista alle pagine locali di Repubblica spiega che «ne discuteremo da settembre in poi, non c’è fretta e non c’è necessità di accelerazioni. Sono convinto che sia necessario un quadro normativo nazionale». «Non sono alla ricerca di un titolo di giornale su un argomento così serio. Capisco che sia agosto e che le polemiche montino, ma sono convinto che si debba affrontare la questione con i giusti tempi», ha aggiunto.

Le parole di Chiamparino, di fatto, sono una risposta al governatore della Toscana Enrico Rossi, che ha emanato una delibera ad hoc e annunciato di essere pronto a dare attuazione alla sentenza della Consulta, andando in scontro diretto con la volontà della Lorenzin di chiarire i punti che restano controversi o privi di indicazioni normative. «Il ministro Lorenzin non può dire “fermatevi”. La Corte costituzionale ha stabilito che è vietato vietarla. Se si vuole trasferire tutto sul piano etico lo si faccia: anche se, vien da dire, l’eterologa esiste in natura… Noi ci adegueremo, ma intanto diamo attuazione alla sentenza», ha ribadito Rossi in un’intervista al Corriere della Sera. In realtà, al di là degli aspetti etici, sono numerosi i problemi pratici che restano aperti. Ci sono quelli segnalati dal ministero, che servono prima di tutto a tutelare nascituri e coppie che ricorrono alla pratica, ma ci sono anche quelli prettamente organizzativi segnalati dalle stesse regioni, dai costi ai tempi, fino ai protocolli, anche a tutela dei medici. «Occorrono regole serie per evitare pasticci, per preparare al meglio le strutture sanitarie e per mettere a punto gli opportuni protocolli scientifici», ha sottolineato il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, il veneto Luca Coletto, indicando la necessità di un quadro normativo nazionale e facendosi portavoce di posizioni espresse anche dai rappresentanti di diverse singole regioni.

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