I pm di Napoli: «Arrestate Cesaro». Il deputato: «Non voglio privilegi, la Camera dica sì»

23 Lug 2014 15:33 - di Redazione

«Chiederò che la Camera dei Deputati autorizzi rapidamente l’esecuzione del provvedimento sia perché ritengo giusto che io venga trattato come un comune cittadino sia perché, finalmente, potrò uscire da un incubo che mi accompagna da anni». Così Luigi Cesaro, Giggino per gli amici, ha commentato la richiesta d’arresto pervenuta a Montecitorio in cui la Dda di Napoli ipotizza il reato di concorso esterno e turbativa d’asta. Ora la palla passa alla Camera, dove non si è ancora spenta l’eco dell’arresto di Giancarlo Galan, detenuto nel carcere di Opera. L’inchiesta partenopea verte su presunte irregolarità nella concessione di appalti a ditte legate alla camorra nel comune di Lusciano, in provincia di Caserta. A far scattare la richiesta di misure cautelari ai danni di Cesaro sarebbero, in particolare, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Guida, detto o’ Drink, a lungo reggente della fazione Bidognetti all’interno del clan dei Casalesi. Secondo l’accusa, il parlamentare – che ha sempre respinto ogni addebito negando di conoscere il suo accusatore – nel 2004 si sarebbe incontrato con Guida per accordarsi in merito all’appalto sul Piano di Insediamento Produttivo (Pip) di Lusciano.

Nel frattempo, altre ordinanze sono state già eseguite: oltre a Raffaele e Aniello Cesaro, fratelli del deputato, i Carabinieri del Comando provinciale di Caserta hanno arrestato l’ex consigliere regionale della Campania in quota Udeur, Nicola Ferraro, e quattro amministratori comunali. Per altri sette indagati il gip ha rigettato le richieste dei pm per carenza di attuali esigenze cautelari.

La richiesta di arresto ha naturalmente riacceso lo scontro sulla giustizia e sulla carcerazione preventiva. Se per Claudio Fava, vicepresidente della commissione Antimafia in quota Sel, la richiesta della magistratura partenopea «non ci stupisce perché arriva dopo anni di sospetti forti, precisi, convergenti sul ruolo che avrebbe avuto la camorra nella carriera politica e imprenditoriale di Cesaro», per il deputato forzista Daniele Capezzone «anche per Cesaro tutti, amici e avversari, ricordino presunzione di innocenza. Garantisti sempre, non solo per alcuni o a targhe alterne».

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