Doppio cognome, arriva il rinvio. La Russa: «Il tema è epocale e riguarda la tutela delle famiglie, va approfondito»

16 Lug 2014 13:44 - di Priscilla Del Ninno

L’iter accelerato sulla proposta di legge mirata a sancire la possibilità dell’attribuzione del doppio cognome – materno e paterno – ai propri figli subisce una battuta d’arresto. Il dibattito in Aula alla Camera, infatti, è stato sospeso per permettere al Comitato dei Nove di riunirsi ed esprimere un parere sul provvedimento. E intanto, dentro e fuori la cittadella parlamentare polemiche e argomentazioni apportano nuovi contributi alla discussione. «Stiamo affrontando questo tema epocale senza i dovuti approfondimenti: è un provvedimento complesso che merita un atteggiamento diverso da parte di questo ramo del Parlamento», ha dichiarato Ignazio La Russa a riguardo, intervenendo in Aula sulla proposta di legge in discussione, e chiedendo a nome di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale «il ritorno in commissione del provvedimento», e dunque, imprimendo una importante battuta d’arresto alla corsa riformatrice.

«Da questa legge – ha spiegato infatti il deputato di FdI-An – deriva non solo l’impostazione sul come tramandare i cognomi, ma anche l’appartenenza di una persona ad una determinata famiglia». Un’annotazione giuridica di sostanza, più che un’osservazione scaturita da una necessità di rigore formale, quella che ha motivato allora la richiesta di ritorno in commissione del testo approdato in queste ore in Aula, e che sembrava avviato al destino legislativo di un’approvazione accelerata.

Così, mentre già si pensava a portare a compimento e archiviare un risultato, Ignazio La Russa ha rimesso al centro della discussione parlamentare forma e sostanza della proposta al vaglio. Un’opportunità definita dall’ex ministro della Difesa «un vantaggio per tutti, anche per i tanti deputati presenti che non conoscono il testo. Non capisco tutta questa fretta – ha quindi concluso polemicamente La Russa –. Oggi gli italiani si aspettano provvedimenti urgenti in materia economica, e non sulla possibilità di tramandare il cognome ai figli». Una posizione che in queste ore allinea il deputato di FdI-An con tutti i parlamentari contrari alla decadenza dell’obbligatorietà del cognome paterno, e in qualche modo diffidenti nei confronti della possibilità di scelta anagrafica affidata a entrambi i genitori.

Un tema controverso, quello affrontato con la proposta di legge sul doppio cognome, e rinviato in queste ore ad nuova seduta del provvedimento da fissare prima della pausa estiva, letto da alcuni come un doveroso passo avanti contro la discriminazione tra i sessi, alla conquista di un nuovo traguardo paritario che arriva finalmente a metterci in regola con gli altri Paesi europei. Considerato invece, da altri ancora, un lesivo strappo alla tradizione familiare; una inutile deroga ad una consolidata convenzione sociale, oltre che una dannosa perdita di tempo sottratto alla discussione su progetti e proposte innovative decisamente più urgenti nell’agenda riformista sul tavolo parlamentare. Un contraddittorio in corso, sospeso in Aula, e che dovrà aggiornarsi ad un prossimo appuntamento parlamentare in cui sia possibile trovare una sintesi dialettica e politica che non sembra attualmente facile delineare.

 

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