Mazzacurati prova a tirare dentro l’inchiesta Mose anche Tremonti: «Lo incontrai al ministero…»

9 Giu 2014 20:31 - di Redazione

L’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti incontrò personalmente, al ministero in via XX Settembre a Roma, il presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, considerato dalla procura di Venezia il dominus delle tangenti in Laguna: un incontro al quale non partecipò Marco Milanese, che Mazzacurati vide solo «dopo che il colloquio con Tremonti era andato bene dal punto di vista formale».
A parlare dell’incontro è lo stesso presidente del Cvn, in diversi interrogatori che i magistrati riportano nella richiesta d’arresto e dimostra, secondo l’accusa, quando dentro al potere fosse riuscito ad arrivare il sistema messo in piedi per corrompere politici e funzionari pubblici.
Allo stato, l’ex-ministro non è indagato – nella sua ordinanza, il gip ha scritto che i contatti tra gli indagati da un lato e Tremonti e l’ex-sottosegretario Gianni Letta dall’altro «non hanno rilievo penale» – mentre nei confronti di Milanese i magistrati hanno revocato la richiesta d’arresto una ventina di giorni prima che scattasse il blitz in Laguna. Una mossa che non esclude ulteriori sviluppi dell’indagine.
Nel memoriale del 25 luglio dell’anno scorso, Mazzacurati spiega che la sua preoccupazione era quella di capire con Roma le tempistiche dei finanziamenti per il Mose e che di questo parlò più volte a Roberto Meneguzzo, Ad di Palladio Finanziaria. Quest’ultimo assicurò di poterlo mettere in contatto con «i vertici del ministero dell’Economia»: ed infatti, racconta Mazzacurati, «da qui insorgeva un contatto con il ministro Tremonti che forniva ampie assicurazioni in ordine alla circostanza che il sistema Mose costituiva un’opera infrastrutturale strategica e di importanza prioritaria per il governo».
Meneguzzo, sempre stando alle parole di Mazzacurati, lo mise successivamente in contatto con Milanese il quale «rappresentava che avrebbe assicurato che i finanziamenti di volta in volta richiesti sarebbero stati concessi con positivo parere del ministero dell’Economia solo se gli fosse stata assicurata la disponibilità di una somma di 500mila euro». Prima che Milanese si attivi, sembrerebbe far capire Mazzacurati negli interrogatori del 29 e 30 luglio, c’era però bisogno di un a sorta di “avallo formal” da parte dei vertici del ministero, dunque di Tremonti: «sì, diciamo, loro intendevano che io facessi prima questo colloquio con Tremonti e dopo si sarebbero…». «E lei il colloquio l’ha fatto con Tremonti?» chiedono i pm. «Sì l’ho fatto…al ministero dell’Economia, via XX Settembre a Roma…Sono stato ricevuto al ministero, mi hanno fatto passare e poi mi hanno portato da Tremonti». «C’era anche Milanese?». «No – risponde Mazzacurati – non c’era, eravamo solo…».
L’ex-presidente del Cvn mette anche a verbale che fu il ministro a metterlo in contatto con Milanese e che Meneguzzo gli riferì che il colloquio con Tremonti «era andato bene dal punto di vista formale». Lo stesso Meneguzzo gli spiegò anche il perché bisognava parlare con Milanese: «è la persona che per conto del ministro gestisce queste cose».
Dell’incontro con Tremonti, Mazzacurati parla anche in altre due occasioni. La prima è una telefonata con Meneguzzo intercettata il 28 maggio del 2010.: «E’ una cosa nuova perché… – riferisce – io ho anche la sensazione, adesso, da non dire a nessuno, può darsi che non sia…che quel giorno del mio colloquio con il ministro, io ho…detto esplicitamente che c’erano parecchi di questi lavori finanziati che non partivano…che erano in ritardo di tre anni».
Parole che ribadisce nell’interrogatorio del 9 ottobre. «Gli ho fatto presente – dice – la necessità che il ritmo dei finanziamenti stesse su un certo livello, perché questo altrimenti avrebbe comportato un problema per le opere». Il presidente del Cvn, almeno nelle parti degli interrogatori non coperte da omissis, non dice mai che i 500mila euro consegnati a Milanese fossero per Tremonti. Cosa che invece fa Claudia Minutullo, ex segretaria di Galan, facendo anche altri nomi che restano, al momento, coperti. Il 14 giugno scorso mette infatti a verbale: «Tra i destinatari delle somme raccolte dal Mazzacurati vi erano…(omissis)…e Marco Milanese, uomo di fiducia del ministro Tremonti. A quest’ultimo era destinata la somma di 500mila euro che l’ingegner Neri conservava nel suo ufficio al momento dell’ispezione effettuata dalla guardia di Finanza al Consorzio Venezia Nuova». E ancora: «mi raccontarono: “pensa che c’era Neri che aveva nel cassetto 500mila euro da consegnare a Milanese per Tremonti». Nelle carte c’è anche una telefonata tra Milanese e Mazzacurati del 29 aprile 2010, lo stesso giorno in cui il presidente del Cvn incontra Gianni Letta a palazzo Chigi, in cui il primo invita il secondo a passare al ministero. «Ma può venire adesso? – chiede Milanese – io tra 5 minuti sono al ministero, la aspetto lì, va bene?» Incontro che va bene stando a quanto riferisce Meneguzzo a Mazzacurati: «ho sentito il nostro amico, mi pare che l’incontro sia stato utile».

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