«Addio, mio Nichi addio». Continua la fuga da Sel e Vendola si compiace della sua solitudine

25 Giu 2014 17:59 - di Desiree Ragazzi

L’emorragia è inarrestabile, ma Nichi Vendola continua a non voler accettare il tramonto di Sel. Quattro deputati in poche ore hanno lasciato il partito: Alessandro Zan, Fabio Lavagno, Nazareno Pilozzi e Sergio Boccadutri. Nomi ai quali vanno aggiunti altri quattro addii, Gennaro Migliore in testa, della scorsa settimana oltre ai due deputati passati direttamente al Pd. «Caro Nichi, ti comunichiamo, non senza tristezza, la decisione di lasciare Sel e il suo gruppo alla Camera», hanno scritto in una lettera i deputati Zan, Lavagno e Pilozzi. Una delle prime cause che i tre deputati indicano all’origine del loro addio è quella di riappropriarsi della libertà del dubbio «fuori dalla confortante sicurezza dei no a prescindere in cui siamo caduti». «La nostra scelta – hanno scritto i tre ex parlamentari di Sel – avviene dentro a un quadro complessivo che trae le sue origini dalle molte inversioni di rotta, troppe, rispetto al progetto originario in cui abbiamo creduto. Abbiamo profuso tutti gli sforzi necessari perché Sel potesse trasformarsi in un partito di sinistra moderno, democratico, utile alle esigenze sociali più stringenti». Negli ultimi mesi, si osserva nella lettera, «Sel ha abbracciato posizioni in cui non riconosciamo più la nostra cultura politica, la stessa con cui anni fa abbiamo contribuito alla cofondazione del partito e che poneva un obiettivo che a tutt’oggi consideriamo essenziale: quello di essere sinistra di governo. Crediamo che, abdicando a questo ruolo, si rischi, progressivamente, di approdare a un atteggiamento politico minoritario quando, invece, le esigenze del Paese sono altre». I tre deputati hanno contestato «le accelerazioni verso un progetto, come la Lista Tsipras, che ha cancellato cinque anni d’impegno per ricostruire una sinistra che scegliesse il partito socialista europeo come terreno di confronto. Riteniamo necessario un approccio laico nel rapporto con il governo, fondato sulla valutazione nel merito dei singoli provvedimenti, continuando a manifestare, quando necessarie, le critiche ma evitando un’opposizione pregiudiziale».  Subito dopo anche il parlamentare e tesoriere del partito Sergio Boccadutri ha lasciato Sel. Boccadutri sarebbe diretto al Pd e non al gruppo misto come gli altri deputati dimissionari. Vendola, dal canto suo, fa lo struzzo e finge che Sel è in buona salute: «Non c’è nessuna notizia di diaspora nel territorio, Sel è viva e rilancia a partire da oggi la propria azione politica».

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