Droga, liberi 10mila spacciatori. Gasparri: «Al primo morto per overdose denuncio i giudici»

30 Mag 2014 12:11 - di Guido Liberati

«Al primo morto per overdose causato da uno spacciatore scarcerato dopo il ricalcolo delle pene denuncerò tutti i membri della Consulta che hanno votato a favore della sentenza con cui hanno cancellato la Fini-Giovanardi». A fare l’annuncio Maurizio Gasparri, all’indomani della sentenza della Cassazione che porterà fuori dal carcere alcune migliaia di spacciatori e per la quale il vicepresidente del Senato individua delle precise responsabilità. «La scarcerazione di migliaia di spacciatori è colpa della Corte Costituzionale che ha emanato alcune settimane fa una sentenza sbagliata, infondata, foriera di gravi danni. La Cassazione si è poi adeguata a quella sentenza», ha osservato Gasparri. «Mi rendo conto che le decisioni della Corte Costituzionale sono insindacabili – ha aggiunto il senatore di Forza Italia – Ma farò questa denuncia come atto simbolico per richiamare alla loro responsabilità i membri della Consulta che hanno dato luogo a una decisione aberrante. Che almeno sappiano quello che hanno fatto e ne portino il peso». Giovedì, i supremi giudici, presieduti dal Primo presidente Giorgio Santacroce, hanno dato il via libera alla riduzione delle pene definitive per gli spacciatori abituali di droghe leggere – o comunque in carcere per fatti di lieve entità legati agli stupefacenti – ai quali non erano state concesse le circostanze attenuanti prevalenti sulla recidiva dopo il giro di vite introdotto dalla Fini-Giovanardi. Alcune migliaia di persone in cella, dunque, potrebbero presto uscire dalle prigioni: tre-quattro mila secondo una prima stima dell’amministrazione penitenziaria. Fino a diecimila secondo i numeri, meno cauti, forniti da Franco Corleone, il coordinatore dei garanti dei detenuti. Complessivamente, per reati legati agli stupefacenti, sono in carcere circa 21mila detenuti. Senz’altro – hanno chiarito subito fonti della Suprema Corte – non saranno rimessi in libertà i condannati per spaccio di droghe pesanti commesso con l’aggravante dell’associazione. «Impossibile allo stato quantificare il numero delle scarcerazioni», spiega Cosimo Ferri, magistrato e sottosegretario alla Giustizia. Ferri è certo che ci sarà un effetto positivo sul sistema carceri, un sistema in affanno e sotto esame dal parte della Corte di Strasburgo e del Consiglio d’Europa. L’altra faccia è il sovraccarico che prevedibilmente si scaricherà sugli uffici giudiziari, già congestionati.

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