Usa, il Mississippi proibisce l’aborto dopo la ventesima settimana di gravidanza
Il governatore del Mississippi, il repubblicano Phil Bryant, ha firmato una legge che vieta gli aborti dopo la 20esima settimana di gravidanza. Lo riportano i media statunitensi. La norma non prevede alcuna eccezione per le vittime di stupri o incesti, mentre le uniche deroghe sono per le donne che corrono il rischio di morte o lesioni permanenti a causa della gravidanza o per gravi anomalie del feto. Il Mississippi era l’ultimo Stato del sud degli Usa che permetteva di abortire dopo la 20esima settimana. I sostenitori della legge, che entrerà in vigore il primo luglio, affermano che servirà per proteggere la salute delle donne, mentre i critici la ritengono incostituzionale. L’associazione Planned Parenthood, per esempio, ha definito il provvedimento «estremo». Nazioni diverse, problemi diversi: reagendo a un calo demografico dovuto ad un mix di crisi economica e cambiamenti etico-sociali, il parlamento iraniano ha invece approvato un piano di urgenza che – se ratificato – punirà tutti i tipi di aborto non autorizzati e cancellerà i servizi gratuiti finalizzati limitare le nascite. Qualsiasi tipo di interruzione di gravidanza e misure per prevenire le nascite, in base alla nuova legge, dovranno essere approvati da un ente del Ministero della Salute e dal Dipartimento di Giustizia. Dopo la rivoluzione islamica del 1979, le autorità avevano dato seguito ai programmi di contenimento delle nascite impostati sotto lo scià ma negli ultimi anni – a causa di aumento dell’istruzione, calo del numero di matrimoni, maggiore occupazione femminile, problemi economici e altri fattori – le coppie stanno smettendo di avere tanti figli come in passato.