PAGINE DI STORIA/Portogallo, 25 aprile 1974: come un golpe militare socialista diventa una “rivoluzione gloriosa”

25 Apr 2014 19:55 - di Antonio Pannullo

Chissà perché Franco, Pinochet, Tejero e i colonnelli greci sono la summa di tutti i mali mentre il golpe militare di quarant’anni fa fu una “gloriosa rivoluzione”? Misteri della Storia. Eppure quella conosciuta come rivoluzione dei Garofani fu un vero e proprio colpo di Stato militare organizzato dal Movimento dei Capitani che rovesciò un governo eletto, quello di Marcelo Caetano, docente universitario, rettore dell’università di Lisbona, succeduto poi a Salazar alla guida del Paese iberico nel 1968. Dal 1933 Salazar aveva instaurato in Portogallo un regime fascista come quello di altri Paesi europei. Tuttavia Lisbona, come Madrid, non partecipò alla Seconda Guerra Mondiale, e per questo la vittoria degli Alleati non poté rovesciarne i regimi. Anche perché con l’avvento di Caetano le cose iniziarono a cambiare. L’ex docente universitario iniziò una timida politica di riforme, aprì all’opposizione, rilanciò il settore industriale con massicci investimenti, riconobbe la pensione ai lavoratori del settore rurale e altro. Il Portogallo conobbe per qualche anno una certa ripresa economica. Senonché due fattori intervennero a interrompere questo processo di normalizzazione: la crisi petrolifera del 1973, che colpì la nazione in modo fortissimo, e la estenuante guerriglia di indipendenza delle colonie portoghesi, principalmente il Mozambico, l’Angola e la Guinea, guerriglia che veniva foraggiata dall’Unione Sovietica tramite Cuba per quanto riguarda le formazioni di sinistra, e dagli Stati Uniti per quanto riguarda i gruppi nazionalisti, come ad esempio quello di Jonas Savimbi. La storia è molto lunga e complessa, ma non si può non notare, ex post, che nel momento in cui uno Stato ex fascista iniziava a uscire dalla logica di Yalta, ossia quella della divisione del mondo in due blocchi, quello Stato andasse fermato. La “terza via lusitana” non era ammessa. Così le colonie prosciugarono la ricchezza portoghese, e le truppe iniziarono a chiedersi perché combattere e morire per terre che davano soltanto problemi, anche considerando il fatto che praticamente tutte le potenze europee già dagli anni Sessanta avevano concesso l’indipendenza o il protettorato alle loro colonie. La crisi economica iniziò ad attanagliare il Portogallo e, dopo alcuni tentativi di golpe non riusciti, la notte del 25 abril il Movimento delle Forze Armate (Mfa) fece scattare il pronunciamiento. Capo delle operazioni era l’ufficiale Otelo de Carvalho, arrestato poi negli anni Ottanta per contatti con gruppi terroristi. I capi del golpe erano tutti ufficiali intermedi con idee di sinistra. Il segnale convenuto per l’inizio della “rivoluzione” era la trasmissione di una canzone proibita dal regime, Gandola vila morena, e la trasmise Radio Renascença. Immediatamente i militari golpisti arrestarono gli ufficiali fedeli al governo e occuparono i posto-chiave: tv, ministeri, prigioni, palazzi istituzionali, caserme. Il generale Antonio de Spinola, ex governatore della Guinea portoghese e futuro presidente del Portogallo (nonché golpista nel 1975) trattò la resa di Caetano che poi morì in esilio, a Rio de Janeiro. Fu quasi un golpe incruento e anche se ci furono vendette o linciaggi, documentati nei primissimi giorni da giornalisti stranieri, di essi non si parlò più. Comunque è vero che la popolazione, fiaccata dalla crisi economica e stanca che tutte le risorse venissero spese per la guerra in Africa, scese in strada e distribuì garofani (cravos) alle truppe, sia a quelle golpiste sia a quelle lealiste, per invitarle a non usare le armi. E così fu, per fortuna. Quello che seguì non fu un periodo felice per il Paese, a cominciare dal nome degli organismi dei golpisti: “Processo rivoluzionario in corso”, “Giunta di salvezza nazionale”, e così via. Le anime del colpo di Stato già due mesi dopo erano venute a contrasto: il generale Spinola tentò una sollevazione popolare non apprezzando la radicalizzazione della situazione da parte delle sinistre, si giunse quasi allo scontro armato e lo stesso Spinola dovette fuggire all’estero. A capo del comitato rivoluzionario andarono ufficiali comunisti. Le colonie, tranne Macao, ottennero l’indipendenza, ma già nel marzo del 1975 vi fu un nuovo tentativo di golpe da parte dei militari moderati, che non riuscì. Per tutta risposta le sinistre accelerarono il processo “rivoluzionario” nazionalizzando banche e industrie, mossa che però acuì la crisi economica. Il potere fu dato al Consiglio della Rivoluzione e fu creato un sistema politica che conducesse comunque “verso il socialismo”. Quella del ’75 fu un’estate calda, con scontri e disordini in tutta la nazione. Militari si succedettero alla guida del governo e all’interno del Mfa si erano formate diverse fazioni. Nel novembre di quell’anno i parà (di sinistra) tentarono un nuovo golpe che per poco non riuscì. E non riuscì solo grazie a una pronta risposta militare da parte del governo provvisorio. Nel 1976 si varò una nuova Costituzione piena di riferimenti alla transizione vero il socialismo e così via. Il 25 aprile, a due anni dal golpe, si tennero le elezioni, vinte dai socialisti diMario Soares. Nel 1986, infine, il Portogallo entro nell’Unione europa. Ma i garofani erano tutti appassiti.

Commenti

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  • Leon 23 Febbraio 2018

    Cioe’ si sono liberati da un dittatore e,appena possibile,hanno istituito una repubblica democratica dove si vota.
    Inoltre,se adesso i pensionati italiani ci si trasferiscono e dicono che la qualita’ della vita e’ ottima,il processo e’ andato a buon fine…
    W il Portogallo!