Sui beni culturali Franceschini copia il programma di Bondi: «Bisogna aprire ai privati»
«Dobbiamo aprire ai privati. Sia nella forma del mecenatismo, sia in quella della sponsorizzazione. Prendiamo Ercolano, che è a pochi chilometri da Pompei. La convenzione con la Packard ha creato un modello di integrazione pubblico-privato che ha avuto un grande successo. Sto lavorando perché diventi una convenzione-tipo. Individueremo venti siti, piccoli, medi e grandi, e chiederò a venti aziende, italiane e straniere, di farsene carico con un atto di liberalità». È quanto annuncia al Corriere della Sera, il ministro della Cultura, Dario Franceschini che spiega di voler «salvare e valorizzare il patrimonio, non svenderlo». Franceschini annuncia anche di voler ridurre «32 posti da dirigente» perché «bisogna rivedere il sistema» mentre sul premier Matteo Renzi afferma: «È un uomo di rottura, diamogli sostegno e tempo di lavorare». Su Pompei, Franceschini spiega che «vengono al pettine nodi irrisolti da decenni. Il mio predecessore Bray ha fatto due nomine che condivido: il generale Nistri e il sovrintendente Osanna. Vedremo di spendere bene i fondi europei». «Siamo il Paese più “desiderato” – aggiunge il ministro -. Digitalizzeremo l’offerta: l’80% delle prenotazioni si fa online; siamo in grave ritardo. Lavoreremo di più con la Cina, l’India, il Brasile, gli altri Paesi emergenti. E riporteremo al governo e a un Enit riformato la promozione da fare all’estero. Affidarla alle Regioni è stato un errore». L’intervista di Aldo Cazzullo omette di citare una persona alla quale, forse, Franceschini dovrebbe chiedere scusa. Uno dei suoi predecessori sulla poltrona di ministro. Sandro Bondi. L’11 novembre 2010, meno di tre anni fa, l’allora capogruppo Pd a Montecitorio presentò una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dei Beni culturali per alcuni crolli nell’area archeologica di Pompei. Da quando è ministro Franceschini, si sono registrati nuovi crolli. Alcuni addirittura ben più gravi di quelli registrati durante il governo Berlusconi. Uno in particolare, il muro di una bottega su via di Nola,nella Regio V, insula 7, è stato catalogato come irreparabile dagli esperti. Nessuno, però, ha osato tirare in ballo il ministro Franceschini. Due pesi e due misure, come sulla presunta “svolta” sui privati. Quello che sostiene oggi Franceschini, lo diceva proprio Bondi, da ministro: «Bisogna ripensare un nuovo rapporto tra pubblico e privato» per la gestione del patrimonio culturale. «Sono un ministro sotto accusa – diceva Bondi – perché non mi sono limitato a chiedere risorse, ma ho cercato di innovare e di fare riforme per porre le basi di questo nuovo rapporto». Ma soprattutto perché ministro di un governo di centrodestra.