«La Tasi? Un’altra botta per gli italiani». Confindustria boccia la prima stangata di Renzi

3 Mar 2014 11:02 - di Redazione

Luna di miele già finita per Matteo Renzi. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha duramente strigliato il governo invitandolo a correggere la rotta appena iniziata su Tasi e imposte.  «La Tasi – ha avvertito il numero uno di viale dell’Astronomia – sembra un’altra botta. Ne sorrido, ma non c’è molto da sorridere. Ancora una volta si aumenta il carico fiscale per recuperare risorse al posto di incidere sui costi. Mi auguro che il lavoro che Cottarelli ha avviato sulla spending review sia portato fino in fondo». Quanto al dibattito sul ridurre prima Irap o Irpef, Squinzi sembra preferire gli interventi sull’imposta per le attività produttive: Tagliare «l’Irap darebbe un impatto più forte nell’immediato sulla competitività delle imprese e sul costo del lavoro», ha spiegato. Più in generale per Squinzi è «prioritario sia il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione». Sul tema Renzi «sembra aver centrato il problema dicendo nella dichiarazione programmatica che è una priorità. Ha detto che i 71 miliardi di debiti della pubblica amministrazione si possono pagare, per me si devono pagare. I consumi interni in calo derivano anche dalla crisi di liquidità delle imprese che si riverbera anche sulle famiglie italiane». Sul piano umano, il nuovo premier, a detta di Squinzi, data la «giovane età e la voglia di fare» «potenza nel motore ce l’ha, auguriamoci che sia capace di scaricarla per terra». Una posizione, quella del presidente di Confindustria, che «conferma il nostro allarme», commenta Anna Maria Bernini, vicecapogruppo vicario di Forza Italia al Senato.  «Al di là delle promesse e delle buone intenzioni a parole – aggiunge la senatrice azzurra – i primi passi di Renzi sono claudicanti e rischiano di dare il colpo di grazia alle finanze delle famiglie e delle imprese». Per la Bernini «la Tasi di Renzi in qualche caso è addirittura più pesante dell’Imu di Monti e colpisce l’80 per cento degli italiani che pensavano di aver costruito il risparmio sugli immobili e si trovano oggi a stringere la cinghia per paura del futuro. Penalizzare anche gli immobili commerciali e industriali deprime i consumi, la crescita, e neutralizza oltretutto, secondo la CGIA di Mestre, l’effetto dell’ancora ipotetico taglio del cuneo fiscale. Così come scritte sull’acqua sono le detrazioni che dovrebbero compensare le aliquote comunali più alte. Renzi – ammonisce l’esponente forzista – cominci mantenere anche solo un decimo delle sue promesse di rilancio dell’economia, o ci troveremo presto al punto di non ritorno».

 

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