L’Agcom boccia l’università di Cagliari (e il ministro Carrozza): sul sito dell’ateneo c’era uno spot per il Pd

13 Feb 2014 17:17 - di Redattore 92

L’Autorità per le comunicazioni ha sanzionato l’Università di Cagliari per la notizia, inserita in prima pagina sul sito istituzionale ai primi di gennaio, della candidatura a governatore con il centrosinistra del Prorettore Francesco Pigliaru. Una vera e propria pubblicità elettorale a beneficio del candidato del Pd in Sardegna. Per l’Agcom «non è ravvisabile  l’indispensabilità ai fini dell’efficace assolvimento delle funzioni proprie dell’Amministrazione in quanto la notizia della candidatura del Prorettore alla carica di Presidente della Regione Sardegna non appare in alcun modo correlata all’efficace funzionamento dell’ente. Quanto all’impersonalità della comunicazione, deve escludersi anche la sussistenza di tale requisito in considerazione della inequivoca riconducibilità della notizia al Prorettore, professor Francesco Pigliaru, individuato nella sua funzione istituzionale, e del quale viene riportata la foto, con la specificazione altresì del partito che ne sostiene la candidatura». Da qui l’ordine «all’Università degli Studi di Cagliari di pubblicare sul sito www.unica.it,  sulla home page, entro tre giorni dalla notifica del provvedimento, e per la durata di quindici giorni», una comunicazione riparatoria alla violazione della par condicio.

La bocciatura da parte dell’Agcom coinvolge oltre all’ateneo cagliaritano anche il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. In un’interrogazione firmata dai deputati di Forza Italia Centemero, Crimi, Lainati Palvieri, Santelli e Palese, si esortava il ministro «a difendere l’onorabilità e l’imparzialità delle istituzioni accademiche». E si faceva riferimento a due episodi: la presa di posizione pubblica del rettore dell’ateneo di Sassari Attilio Mastino a sostegno della candidatura di Pigliaru, già prorettore dell’università di Cagliari. E, appunto, la pubblicazione sul sito istituzionale dell’ateneo cagliaritano della notizia della decisione del professore di guidare la coalizione del centrosinistra. «La ministra Carrozza – ha ricordato Elena Centemaro – da me interrogata nel question time aveva minimizzato la vicenda rivelandosi una rigorosa militante del Pd più che una ministra rispettosa delle istituzioni». La ministra Carrozza aveva negato la violazione della par condicio dimostrando, ancora una volta di essere di parte e di non essere all’altezza del ruolo che ricopre. Da qui la richiesta di dimissioni. Sempre che a rimandarla a casa non provveda direttamente Renzi.

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