La “guerra” alle statue di Lenin: l’Ucraina non perdona l’oppressore sovietico

7 Gen 2014 19:26 - di Giovanni Trotta

Tempi duri per Lenin in Ucraina. Sono almeno cinque le statue dell’artefice della rivoluzione d’ottobre abbattute o imbrattate solo nell’ultimo mese dai nazionalisti europeisti (e dodici negli ultimi quattro anni), che considerano – erroneamente – Vladimir Ilic Ulianov un simbolo del dominio di Mosca. A destare scalpore in tutto il mondo è stato l’abbattimento recente del monumento a Lenin innalzato in epoca sovietica in viale Shevchenko, nel centro di Kiev. L’8 dicembre, nel pieno delle manifestazioni europeiste, i nazionalisti hanno fatto fuori la statua che sorgeva da decenni nel centro della capitale e poi ne hanno mostrato la testa alla folla in piazza Indipendenza come se fosse un trofeo, un po’ come a suo tempo fu per Luigi XVI di Francia, pur con la differenza che la testa del leader bolscevico era di granito rosso. Ma l’ultima distruzione di un monumento a Lenin risale a pochissimo tempo fa, alla notte tra il 5 e il 6 gennaio, quando è stata tirata giù e completamente disintegrata una statua che si trovava a Berdiciv, una città di circa 85.000 abitanti nella regione di Zhitomir, nella parte centro-occidentale della repubblica ex sovietica. «Ovviamente – ha spiegato il portavoce della polizia locale – si trattava di un gruppo di persone visto che è praticamente impossibile per un solo uomo abbattere una statua alta due metri su un piedistallo alto un metro e settantacinque». Poche ore dopo, all’alba del 6 gennaio (vigilia del Natale ortodosso), sconosciuti hanno imbrattato un altro Lenin di pietra gettandogli addosso un sacchetto di plastica pieno di vernice nera a Berezovka, nella regione di Odessa. Sempre nella stessa regione dell’Ucraina meridionale sono finiti “ko” altri due monumenti a Lenin: il 9 dicembre ne è stato abbattuto uno vicino a un circolo di ferrovieri a Kotovsk, mentre nella notte tra il 3 e il 4 gennaio il padre del comunismo sovietico è caduto ad Andreivo-Ivanovo. Secondo le forze dell’ordine, però, quest’ultima statua è crollata da sola, perché il piedistallo avrebbe ceduto. Una spiegazione che ha suscitato ironia: «La polizia ritiene che Lenin si sia suicidato», ha detto qualcuno scherzando. La figura di Lenin è stata venerata per decenni durante l’èra sovietica, ma gli ucraini ora sono divisi su di lui: per i veterocomunisti di Petro Simonenko resta un eroe a cui ispirarsi, al pari di Stalin. Per i nazionalisti, che nella vita politica ucraina hanno un peso non meno importante (gli ultrà di “Svoboda”, alleati di Iulia Timoshenko e accusati di razzismo, antisemitismo e omofobia, hanno ottenuto il 10% dei voti alle legislative dello scorso anno, concentrati soprattutto nelle regioni occidentali del Paese) fu al contrario l’oppressore che riportò l’Ucraina sotto il giogo di Mosca, in chiave bolscevica, dopo secoli d’appartenenza di gran parte del suo territorio all’impero zarista. Ed è per questo che ormai da anni in Ucraina continua la guerra delle statue.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *