Raffaele Sollecito bloccato in aeroporto, poi il via dalla procura al suo volo per Parigi
L’ombra del dubbio lo perseguita da quel 1 novembre 2007, quando a Perugia fu rinvenuto il corpo senza vita della studentessa inglese Meredith Kercher. E certo non aiuta alla riabilitazione della sua immagine un viaggio a Parigi ora. Un’immagine negativa, quella di Raffaele Sollecito, emersa dal sospetto dell’omicidio, suffragato dalla condanna di primo grado. Un’immagine, la sua, rilanciata dalla controversa assoluzione in sede di corte d’appello, e nuovamente rimessa in discussione dall’annullamento della stessa, inflitto dalla Cassazione. Dubbia, insomma, e decisamente inopportuna, la scelta del giovane studente pugliese di intraprendere proprio ora un viaggio a Parigi, a breve dalla nuova udienza del processo d’appello bis, prevista per il 16 dicembre, e quando la nuova sentenza dovrebbe arrivare intorno alla metà di gennaio. Così, quando si è presentato al check-in dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze con in mano un biglietto per la ville lumiere, non è passato inosservato: la polizia di frontiera lo ha bloccato; ha chiamato la procura chiedendo conferma che la partenza fosse autorizzata, e in attesa che arrivasse il via libera, l’intero equipaggio dell’aereo sul quale si stava imbarcando Sollecito, ha dovuto attendere in pista. Una sequenza che ha del cinematografico, se non fosse per il fatto che il giovane, imputato insieme alla sua ex fidanzata Amanda Knox dell’omicidio di Meredith Kercher, è il protagonista di un rebus giallo ancora sotto osservazione, e pedissequamente suguito dai media, sui cui sviluppi, intanto, l’enigmatica Amanda sta costruendo addirittura la sua fortuna economica (un libro, una serie tv, e chissà quant’altro rievocherà i suoi trascorsi processuali), Mmente Sollecito ha scelto di tenere un profilo più basso, limitandosi a studiare. E tra un esame e l’altro, una vacanza premio. E allora: la condanna a 25 anni di reclusione in primo grado. La controversa assoluzione in appello. La Cassazione che rimette tutto in gioco con la richiesta di un appello bis, durante il quale, nel corso dell’ultima udienza di appena due giorni fa, il sostituto procuratore generale di Firenze, Alessandro Crini, è tornato a chiedere 30 anni di carcere per Amanda Knox (4 dei quali per la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba) e 26 anni per Raffaele Sollecito, rimarcando nella sua requisitoria la violenza «soverchiante» del delitto, dove l’abuso sessuale «è solo marginale». Un macigno di accuse e sospetti, richieste di condanne e sentenze, pregresse e imminenti, che però non impedisce a Raffaele Sollecito di viaggiare ovunque. Così, appena rientrato da Santo Domingo – proprio per partecipare, da imputato modello, alle udienze dell’appello bis – è pronto per una trasferta transalpina. E tra un viaggio e l’altro, gli studi. Le interviste. La popolarità: quella in virtù della quale è stato bloccato ieri in aeroporto, prima di spiccare nuovamente il volo.