Studenti mobilitati in tutta Italia, incidenti a Milano causati dai soliti noti: i centri sociali
Mobilitazione degli studenti, oggi, in circa 80 città italiane, per protestare contro il degrado e l’ abbandono della scuola e dell’istruzione pubblica con lo slogan “Non c’è più tempo”. Gli studenti hanno anche aderito alla manifestazione pro Costituzione indetta per domani. Le associazione studentesche Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza e Link Coordinamento si sono riunite nelle 9 nelle piazze delle principali città (a Roma in piazza della Repubblica e a Milano in piazza Cairoli), ricordando ragioni e obiettivi della protesta. «Da anni ormai sappiamo che il sistema scolastico Italiano è negli ultimi posti di ogni statistica Ocse, sempre più definanziato e provato da 10 anni di politiche di austerità», sottolinea Roberto Campanelli, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti. «Non c’è più tempo da perdere con le politiche di austerità. Da parte dell’attuale governo non c’è stata nessuna reale inversione di tendenza. Mentre alla scuola pubblica e al welfare vengono destinate poche briciole si sceglie di continuare a sprecare risorse per le spese militari, le politiche di respingimento dell’immigrazione, la tutela di speculatori e dei grandi patrimoni». L’invito è invece a far fronte alle “vere emergenze sociali”, con “il rifinanziamento totale dell’istruzione pubblica e del diritto allo studio, lottando per un cambio di rotta radicale rispetto all’attuale modello di sviluppo”. Purtroppo, come spesso in queste occasioni, le frange più estreme della sinistra si sono segnalate per iniziative poco pacifiche. Un gruppo di circa 400 studenti, alcuni dei quali riconducibili al centro sociale Cantiere, si sono staccati dal corteo studentesco a Milano e hanno cercato di raggiungere la sede dell’Agenzia delle Entrate in via Manin. Le forze dell’ordine non hanno consentito loro di arrivarci e li hanno fermati poco prima. Sono stati accesi alcuni fumogeni, lanciate delle uova e sono state tracciate delle scritte sugli edifici vicini. Dopo qualche minuto di tensione in via Donizzetti, il corteo studentesco ha desistito dall’idea di sfondare il cordone di polizia per “assediare” la Provincia di Milano e si è rimesso in cammino. Poi la marcia è proseguita in direzione della Regione Lombardia.