Nuova tempesta su Balotelli. E se stavolta SuperMario avesse ragione?

14 Ott 2013 18:05 - di Corrado Vitale

Se fossimo in Balotelli, sporgeremmo una bella querela nei confronti della senatrice del Pd, Rosaria Capacchione, che gli ha dato dell’«imbecille» (proprio così ha detto) per essersi rifiutato di fare il testimonial anticamorra. «La sua è per metà ingenuità, per metà  l’arroganza di chi vive al Nord, lontano, e non sa». Il fatto di essere membro del Parlamento non autorizza la signora  Capacchione a offendere nessuno. Vale anche la pena di sottolineare  che la senatrice piddina è riuscita, in un sol colpo,  a “centrare” due obiettivi: ingiuriare l’attaccante della Nazionale e accusare di insensibilità sociale e di “arroganza” i cittadini del Nord, per il solo fatto di vivere geograficamente lontani da Scampia.

La verità è che un certa parte dell’opinione pubblica, della stampa e della politica non riesce proprio a uscire fuori dagli stereotipi, come appunto nel caso di Balo, il quale, per lorsignori, dovrebbe essere un’icona “politica” – e secondo i canoni del progressismo nostrano – per il solo fatto di essere di origine ghanese e di portare la maglia azzurra. E, quando l’icona si ribella o non rispetta lo stereotipo (come quando, ad esempio, si svegliò in ritardo e mancò l’incontro con il ministro Kyenge) piovono sul suo capo la scomunica e diventa persino lecito insultarlo. Balo sarà anche un tipo un po’ bizzoso e poco simpatico e sarà anche vero che il successo gli dato alla testa, ma, al suo posto, ben pochi avrebbero agito diversamente, apprendendo, a loro insaputa, di essere diventati testimonial anticamorra. Questo infatti è il titolo della Gazzetta dello Sport che ha provocato la reazione stizzita dell’attaccante milanista: «Sta  male, ma parte per Napoli: sarà un simbolo anticamorra». Al che “Supermario” ha replicato in un tweet. «Questo lo dite voi! Io vengo perché il calcio è bello e tutti devono giocarlo dove vogliono e poi c’è la partita». Da sottolineare è anche il fatto che il pm Ardituro (quello che ha sottratto alla camorra la squadra con cui si è allenata la Nazionale) gli ha dato ragione: «Ho parlato con Balotelli prima dell’allenamento. Era felice di essere qui. Ma ad essere simbolo della lotta alla camorra è tutta la Nazionale, non solo un giocatore». Insomma, ci troviamo nella classica tempesta in un bicchiere d’acqua. E la senatrice Capacchione  dovrebbe tenere un po’ più a freno la lingua. Nessuno può biasimare Balo se non ama di essere strattonato per maglia. Anche (e soprattutto) al  di fuori del campo di gioco.

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