La crisi colpisce le famiglie ma ora i più pessimisti sono i giovani

29 Ott 2013 19:59 - di Redazione

La crisi ha toccato il momento più nero per gli italiani, che ormai nella maggioranza dei casi sembrano rassegnati ad almeno altri 3-4 anni di vita dura. Gli effetti si vedono: ormai una famiglia su 3 può dire di esser stata colpita direttamente dalla crisi, mentre una su 4 accusa un serio peggioramento del proprio tenore di vita. Questa la difficile situazione descritta quest’anno dalla consueta indagine di Ipsos e Acri su italiani e risparmio. Indagine che vede però, nonostante e forse anche in virtù di un generalizzato pessimismo, un timido ritorno al risparmio. Dall’analisi condotta come ogni anno in vista della Giornata Mondiale del Risparmio, emerge che i più pessimisti sono i giovani. Riguardo alla fiducia nella propria situazione personale è infatti da registrare il crollo fra le persone tra i 18 e i 30 anni: fra questi gli ottimisti sono scesi in un anno di ben 20 punti percentuali, dal 24 al 4%. La crisi ha indirettamente colpito ad oggi il 40% delle famiglie, in generale per la perdita del lavoro (20%) o per il peggioramento delle condizioni di lavoro (il 15% contro il 9% del 2012), ma c’è anche chi non viene pagato con regolarità (3%) e chi ha dovuto cambiare lavoro (4%). Le famiglie colpite direttamente, ossia nei percettori di reddito del nucleo familiare, sono invece il 30%, con un incremento di 4 punti percentuali rispetto al 26% del 2012. Ad esser colpiti sono l’intervistato stesso, il coniuge, il genitore o un figlio. E, al pari del 2012, nel 26% dei casi le famiglie segnalano un serio peggioramento del proprio tenore di vita. Inevitabile anche il generalizzato calo dei consumi, con la sola eccezione di quelli di medicinali. Ma a fronte di ciò è da rilevare come il risparmio resti centrale nella cultura nazionale, ed in particolare nel suo ancoraggio all’economia reale piuttosto che a quella finanziaria. Da sempre formichine, anche quest’anno è elevata la quota di italiani che non vivono bene se non riescono a risparmiare (il 45%) ed è anche cresciuta la percentuale di quanti sono riusciti a metter via qualche soldo negli ultimi 12 mesi: dal 28% del 2012 al 29%. Quanto alla destinazione dei propri risparmi, continua la fuga dal mattone e la predilezione per la liquidità. Se si parla di investimento ideale infatti prosegue il crollo della preferenza per la casa, passata dal 70% del 2006 al 29% del 2013, il dato di gran lunga più basso dal 2001.

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