Pechino rispolvera il maoismo: i funzionari comunisti “costretti” a confessare i loro sbagli
Con un’iniziativa che ricorda i tempi del maoismo e della Rivoluzione culturale comunista, il presidente cinese Xi Jinping ha personalmente partecipato ad una serie di sessioni di «critica e autocritica» con i funzionari del Partito Comunista Cinese dell’Hebei, la provincia che circonda la capitale Pechino. La sessione del 25 settembre, nella quale alcuni funzionari sono stati visti «sudare copiosamente» mentre altri erano evidentemente «vicini alle lacrime», è stata trasmessa dalla televisione di Stato, la Cctv. L’agenzia Nuova Cina ha precisato che Xi ha presieduto quattro sessioni di autocritica, dal 22 al 25 settembre. I funzionari, alti dirigenti del partito nell’Hebei, sono stati costretti ad ascoltare le critiche che venivano loro rivolte dalla base, consultata per settimane dai dirigenti del partito prima di dare il via alle sedute, a confessare i propri sbagli e a scrivere e riscrivere le dichiarazioni di colpevolezza fino a trenta volte. Nelle immagini televisive Xi è apparso seguire il calvario dei suoi sottoposti con aria concentrata e severa. Uno degli accusati, il segretario della commissione per la disciplina dell’Hebei, Zang Shengye, ha confessato per esempio «di cercare di piacere a troppa gente» e di essere «troppo preso dal suo ruolo di signor Piacione» («mister Nice», nel testo in inglese). Il segretario dell’Hebei, Zhou Benshun, ha invece «poca pazienza nell’ascoltare le opinioni degli altri» e questa è «una debolezza del suo carattere». Il giornale di Hong Kong “South China morning post” spiega che si tratta di una pratica lanciata nel 1940 dal fondatore della Repubblica Popolare Cinese, Mao Zedong, a Yanan, la località dove si trovava a quei tempi la principale base del Pcc. La pratica viene chiamata “Incontri di vita democratica” e fu rilanciata negli anni Sessanta nel corso della Rivoluzione culturale. L’ultima vittima nota di questa pratica fu Hu Yaobang, il segretario riformista del partito deposto nel gennaio del 1987 nel corso di un “incontro”. Willy Lam, un commentatore politico di Hong Kong, sostiene che «come tutti i leader conservatori del Pcc, Xi sembra ritenere che il suo governo possa realizzare importanti riforme economiche rafforzando allo stesso tempo il pesante controllo del partito sull’ideologia, la cultura e i media». Inoltre, questa riscoperta di regole semi-maoiste «può servire l’ulteriore scopo di rafforzare la sua autorità personale» all’interno del partito, aggiunge Lam.