Bari, non risponde al magistrato il paziente che ha ucciso la psichiatra. Polemiche sulla sicurezza
Sarà celebrata venerdì mattina davanti al gip Giulia Romanazzi l’udienza di convalida dell’arresto di Vincenzo Poliseno, il 44enne ex tossicodipendente che ha ucciso a coltellate la psichiatra Paola Labriola all’interno del Centro di Salute Mentale del quartiere Libertà, a Bari, dove era in cura. Poliseno è attualmente detenuto nel carcere di Bari, dove è stato scortato dopo l’interrogatorio davanti al sostituto procuratore Baldo Pisani. Al pm il 44enne non ha voluto dire nulla, avvalendosi della facoltà di non rispondere. In tarda mattinata il suo difensore, l’avvocato Francesco Latesoriere, è andato a fargli visita in carcere.
Nel frattempo l’Ordine degli assistenti sociali della Puglia ha espresso «il cordoglio ai familiari di Paola Labriola. Si è trattato di un tragedia quasi annunciata». Il presidente degli assistenti sociali, Giuseppe De Robertis, sostiene che «da tempo richiamiamo l’attenzione sul problema della violenza contro i professionisti dell’aiuto e proponiamo soluzioni. L’ennesimo episodio di violenza si è concluso in tragedia, quasi annunciata. Uno squilibrato, recatosi armato nei servizi territoriali, prima dalle assistenti sociali della circoscrizione (con le quali non è riuscito a parlare), e poi al Centro di Salute Mentale, ha tolto la vita alla psichiatra Paola Labriola, ed ha gettato nello sconforto totale una intera famiglia. Una aggressione tanto inaudita quanto paradossale perché agita in un luogo che dovrebbe essere di cura e di sostegno. Ma la realtà purtroppo registra – prosegue De Robertis – un aumento drammatico degli episodi di aggressione contro i professionisti di aiuto, anche per via del momento storico di difficoltà economica e sociale che esaspera il disagio. Qualche mese fa il tentato omicidio di una assistente sociale a San Pietro Vernotico, poi l’aggressione alle colleghe del Comune di Modugno col tentativo di incendio della sede dei servizi sociali, le ormai quotidiane aggressioni e minacce ai colleghi del Comune di Andria, solo per citarne alcuni. L’Ordine degli assistenti sociali della Puglia torna a chiedere l’intervento delle istituzioni per predisporre misure adeguate per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza».