La droga sarà prodotta dallo Stato: l’Uruguay verso l’approvazione della legge più pazza del mondo

1 Ago 2013 17:55 - di Redazione

L’Uruguay potrebbe essere il primo Paese al mondo a produrre “droga di Stato”. L’approvazione da parte della Camera dei Deputati del provvedimento segna una svolta in materia di politiche sulla droga in quanto prevede che sia lo Stato a controllare e regolamentare la produzione, distribuzione e vendita dei prodotti della cannabis. La riforma ha spaccato il Parlamento: solo 50 voti a favore su un totale di 96 seggi: l’opposizione ha votato “no” ma il Frente Amplio, coalizione di sinistra al governo, ha appoggiato compatto il disegno di legge, che ora passa al Senato, dove il gruppo governativo dispone di una maggioranza più comoda. Il testo approvato dispone che lo Stato, «direttamente o attraverso istituzioni alle quali si darà mandato legale, assumerà il controllo e la regolamentazione» dell’intero ciclo produttivo della cannabis e dei suoi prodotti, dall’importazione dei semi della pianta alla commercializzazione della marijuana. La legge prevede dunque la creazione di un Istituto di regolamentazione della cannabis, che concederà licenze ai privati per la coltivazione delle piante da parte di singoli (massimo 6 piantine a testa), associazioni di consumatori (massimo 45 soci e 99 piante) e produttori pià importanti, che venderanno la marijuana attraverso una rete di farmacie autorizzate, per un massimo di 40 grammi mensili a persona. Per rendere possibile il controllo del mercato della marijuana sarà creato anche un registro di consumatori, la cui confidenzialità sarà garantita dalle norme già esistenti di protezione della privacy. La riforma – annunciata l’anno scorso dal governo di sinistra di José Mujica come parte di un pacchetto di misure sulla sicurezza – ha scatenato un forte dibattito in Uruguay, dove secondo un’inchiesta recente il 63 per cento dei cittadini si oppone alla legalizzazione della marijuana.   Eduardo Savio portavoce dell’Associazione dei farmacisti dell’Uruguay, chiede: «Come è possibile che il governo possa aver preso iniziative così forti contro la dipendenza da tabacco e alcool e nello stesso tempo facilitare l’accesso a una droga. Se una farmacia non è adatta a vendere alcool e tabacco, perché è adatta per comprare della droga?». L’opposizione ha già annunciato, in caso di approvazione definitiva della legge, una campagna di raccolta di firme per organizzare un referendum abrogativo.

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