Emergenza incendi, la sinistra dà la colpa agli F35 e al governo. Ma il ministro dell’Ambiente è del Pd…

9 Ago 2013 16:44 - di Redazione

All’indomani dell’inferno di fuoco che ha ferito una vasto territorio dell’interno della Sardegna scoppiano le polemiche sulla carenza di mezzi aerei nel contrastare le fiamme e sulle cause, spesso dolose, dei roghi. «Ieri mattina sono andati via gli aerei senza avvertici, ci hanno lasciato scoperti dalle 10 e per quasi sei ore siamo rimasti senza nulla», sono le accuse del sindaco di Laconi (Oristano), Ignazio Paolo Pisu, che ha dovuto confrontarsi con un incendio che dopo aver bruciato centinaia di ettari nelle campagne stava per devastare anche il paese. «Alle 16.30 quando la situazione stava precipitando sono stato costretto ad alzare i toni – ha detto il primo cittadino – ho chiamato chiunque: la Prefettura, l’assessore regionale, ho parlato con il capo Dipartimento della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli, con il presidente della Regione, poi sono anche arrivati i deputati Caterina Pes (Pd) e Mauro Pili (Pdl). Alla fine sono arrivati cinque elicotteri e tre canadair. Intorno alle 20 siamo riusciti a bloccare il fuoco nel costone più alto creando uno sbarramento tra il parco, le pinete ed il paese, ed è stata una scelta vincente, la nostra salvezza». Oggi è tempo di bilanci: «Non è al momento possibile fare una stima esatta – ha aggiunto il primo cittadino – sono andati distrutti circa 1.500 ettari di bosco e macchia mediterranea, fra i comuni vicini Isili, Nurallao e Laconi. Abbiamo ridotto al minimo le perdite di bestiame». Il sindaco, però, non si sbilancia sulle cause: «Non posso dire se si è trattato di un incendio doloso. Il più delle volte sono portato a pensare in due modi: l’incendio può essere doloso direttamente o indirettamente, cioè a causa della mancata prevenzione. L’unica cosa certa è che chi appicca il fuoco non è una persona che arriva chissà da dove, ma è vicina a noi. Abbiamo la tipicità dei nostri incendi che avvengono in una certa condizione climatica torrida. Adesso dobbiamo aspettare le verifiche, ci sono le indagini in corso, non mi meraviglierei nell’apprendere che questi roghi siano di natura dolosa».

Ma numerosi incendi stanno divampando anche nel resto d’Italia, soprattutto in Calabria. Le fiamme sono alimentate dal forte caldo delle ultime ore. Le situazioni più critiche vengono registrate in provincia di Catanzaro, dove sono in corso interventi aerei per effettuare lanci di acqua e liquido ritardante. La sala operativa della Protezione civile regionale sta lavorando con intensità per tenere sotto controllo tutti i roghi che vengono segnalati. A Caraffa, nel catanzarese, è in corso un incendio di vaste proporzioni. Per spegnere le fiamme stanno operando due canadair, squadre a terra del servizio antincendio regionale, del Corpo forestale dello Stato e dei vigili del fuoco. Nel quartiere Gagliano di Catanzaro sta operando un elicottero e numerose squadre a terra. Al momento tutti gli incendi in corso sono tenuti sotto controllo.

Sul fronte politico, arriva la solita sterile polemica della sinistra, che collega il fenomeno degli incendi con il mancato taglio delle commesse degli F35. «L’idea che l’ Italia possa allegramente spendere svariati miliardi di euro per l’acquisto dei cacciabombardieri F35, mentre la Sardegna ed altre parti del Paese bruciano, resta un paradosso e scandalo”, scrive Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, su Twitter. «Purtroppo il disastro degli incendi era ampiamente previsto ma il governo non è intervenuto, confermando il dimezzamento della flotta aerea antincendio e i tagli ai fondi per combattere i roghi!, dichiarano i deputati del partito democratico Nicodemo Oliverio, Ernesto Magorno e Lorenza Bonaccorsi. Ma il ministro dell’Ambiente non è Andrea Orlando, del Pd?

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