Botte a Povia dai fascisti di Zagarolo. È una bufala, ma sul web non tutti ridono e qualcuno ci crede pure…
Povia menato dai “fasci”. Una bufala costruita dal sito Lercio (il nome è già tutto un programma) per ironizzare in modo maldestro su due “nemici” in un solo pezzo falso: il cantante e i fascisti (ovviamente nella versione rozza e caricaturale della peggiore vulgata di sinistra). L’operazione (datata 8 agosto) ha fatto i suoi “danni”: scambiata da alcuni per una notizia vera ha circolato su Fb con vari commenti.
Ma vediamo il contenuto della trovata di Lercio: “Brutta disavventura per Giuseppe Povia durante la tappa di Zagarolo del suo acclamato “SIAMO ITALIANI” tour. Nella piazza del paese laziale si sono riversati numerosi militanti del locale circolo di moderati “Ultimo Fascio”, accorsi per ascoltare uno degli artisti che meglio rappresenta la loro visione del mondo, grazie al suo approccio peròista (“Io non sono razzista, però…”). Il cantautore milanese li ha deliziati con un paio di commenti sull’italianità, fino all’apoteosi finale quando ha presentato il suo nuovo singolo, “Mobutu era negro”, la storia di un bambino congolese che scopre che grazie alla forza di volontà può diventare bianco”. L’ineffabile autore del pezzo così continua: “La coreografia efficace e suggestiva prevede che Povia inizi il brano dipinto di nero e cinto da caschi di banane, finché il trucco si scioglie e il cantante si mostra in tutta la sua bianca bellezza. Proprio verso la fine del brano però è avvenuto l’incidente: una parte del pubblico ha dato vita al coretto “CHI NON SALTA UN EBREO É! É!”. Povia, ancora impegnato a sfilarsi i caschi di banane, non ha saltato, scatenando la rabbia del pubblico. Qualcuno ha notato che di profilo il suo naso lievemente adunco poteva richiamare tratti somatici attribuiti agli ebrei: “Ao’, c’ha ‘r naso a rabbino!”. Un gruppetto di moderati è salito sul palco e ha denudato il cantante. Osservando con attenzione il microscopico membro, si sono accorti che era circonciso. Gli animi si sono subito scaldati e Povia non ha fatto in tempo a spiegare che questo era dovuto a un’infezione ai genitali avuta da bambino: “A’nvedi questo! È n’ebbreo de’mmerda!”. “Ho visto la paggina sua, nun ha manco fatto gli auguri a Priebke!”. “Daje ar rabbino!!”. Dopo si racconta che Povia è stato malmenato e che era stato ricoverato sotto choc per essere stato frainteso e pestato dal “suo” pubblico al quale si ripresenterà ancora, sempre a Zagarolo, per cantare una nuova canzone: “Gad era ebreo”. Il tutto è corredato da un fotomontaggio di un uomo su un lettino di ospedale con un braccio ingessato e la faccia di Povia.
Ora, il pessimo gusto di questa notizia è evidente a chiunque sia in grado di leggere. La finalità, che poco c’entra con il diritto di satira, è di dipingere il pubblico del cantautore come un branco di esaltati, razzisti e antisemiti. Aggettivi ovviamente estesi, nella logica manichea e fanatica di chi produce e diffonde questi pezzi, a tutto il mondo della destra. Sul sito Lercio non mancano, tra l’altro “perle” anticattoliche come un pezzo sul ritrovamento del cane di Gesù e una notizia classificata tra le più popolari: “Bimba nasce senza cervello. I genitori: non abbiamo abortito, sarà perfetta cattolica”. Che dire? Invocare la censura sarebbe troppo, perché è anzi bene che si conosca il basso livello cui può giungere la polemica scaturita dai sottoprodotti dell’ideologia di sinistra. Ci si può limitare a sottolineare che in altri casi è stata invocata per ripristinare le elementari regole di civiltà. Che, evidentemente, non valgono per chi scrive canzoni non gradite alla retorica progressista.