Liberato il fotoreporter italiano fermato a Istanbul dalla polizia turca

8 Lug 2013 19:31 - di Redazione

Mattia Cacciatori, il fotografo italiano fermato a Istanbul sabato scorso durante i disordini in piazza Taksim, è stato liberato. Lo ha riferito la giunta regionale del Veneto e la Farnesina lo ha confermato. Mattia Cacciatori era stato fermato dalla polizia turca mentre stava scattando alcune fotografie dei rivoltosi. Il console italiano lo ha assistito fin dall’inizio della vicenda e continuerà ancora ad assisterlo – hanno assicurato alla Farnesina – fino a che il suo rientro a casa non sarà ultimato. “Sono libero e tranquillo, mi stanno accompagnando all’aeroporto e stasera sarò in Italia”, afferma Mattia Cacciatori, aggiungendo che l’opera del consolato italiano “è stato fantastica”. “Non mi aspettavo di essere fermato – dice Cacciatori – stavo scattando delle foto, c’era il fumo dei lacrimogeni e la mia maschera non teneva più. Mi sono spostato e mi hanno bloccato, messo contro un muro. Non c’è stato nulla da fare e mi hanno trattenuto per due giorni e mezzo. Per loro ero un contestatore e c’è voluto del tempo per far capire che ero lì per fare foto”. “Alla fine – rileva – non mi hanno contestato nulla, non c’era nessuna possibile incriminazione da farmi ma il risultato è che adesso devo uscire dal Paese. Credo che non potrò tornarci per un anno. Ci sono comunque tanti altri Paesi dove posso andare a fotografare quanto sta avvenendo”.

Oggi i leader della protesta antigovernativa turca hanno sfidato le autorità di Istanbul annunciando un nuovo raduno in serata a Gezi park, l’area verde riaperta al pubblico solo ieri, dopo i violenti scontri di piazza fra manifestanti e forze dell’ordine che hanno fatto uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua e che hanno causato diversi morti e circa 7.500 feriti, secondo l’associazione dei medici turchi. Il governatore di Istanbul, Huseyin Avni Mutlu, aveva detto che nel parco non sarebbero stati più consentite manifestazioni. La polizia turca ha infatti chiuso tutti gli accessi a Gezi Park.

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