D’Alema sfigato anche in versione ultrà. Va in visita a Trigoria e si ritrova in mezzo alla contestazione…

9 Lug 2013 15:17 - di Antonella Ambrosioni

Massimo D’Alema non è accompagnato da una buona stella neanche quando fa il tifoso. Cosa c’è di meglio che evadere dal marasma cosmico di un Pd in pieno fermento ( e confusione) per il congresso prossimo venturo, per fare una capatina a Trigoria, il quartuer generale della sua squadra del cuore, la Roma. Parlare con Francesco Totti e magari fermarsi a pranzo. Ma il clima sportivo che trova non è propriamente dei migliori. Anzi, per dirla tutta, è una giornata un po’ disgraziata per i colori giallorossi. Roma è sempre stata una piazza calda, ma di questi tempi è una vera e propria fornace. Il caos allenatore, poi risolto con l’arrivo di Garcia dal Lille, l’immobilismo sul mercato, una dirigenza che parla di progetto ma che effettivamente da due stagioni  sembra quasi estranea alle vicende della squadra capitolina, tanti giocatori per tanti soldi ma che non hanno reso quanto sperato. Andando a ritroso, l’allontamento di Montella per tecnici come Luis Enrique e Zeman che hanno fatto più guai che cose positive. Due anni persi, i tifosi non ne possono più. Segnali funesti si erano già intravisti con l’intemerata di Antonello Venditti, altro “sacerdote” della causa giallorossa, che qualche giorno fa ha dichiarato in un’intervisa di non riconoscere più la “sua” Roma e quindi, meglio avrebbe fatto la dirigenza a eliminare dai rituali prepartita il suo celebre inno. Come se un amore vero non potesse sopravvivere a stagioni altalenanti. Devono averlo preso come modello i tifosi, che da una sana indignazione hanno trasceso in reazioni sconsiderate, alla faccia del tanto declamato “la Roma è un fede non si discute”… “Bentornati mer…”: questo è uno degli striscioni esposti a Trigoria, dove sono arrivai i giocatori  convocati in vista del ritiro estivo. Cori, lenzuoli, scritte offensive sui muri del centro sportivo: questa l’accoglienza che i gruppi di preudo- tifosi organizzati hanno riservato ai giallorossi. Altri hanno rivolto frasi ingiuriose all’indirizzo di Marquinho e Pjanic, rei di non aver contribuito quanto dovuto alla causa nella scorsa. Tutto sotto gli occhi nel nuovo tecnico, Rudi Garcia, che di buon mattino era già al suo posto dopo le ferie dei calciatori. A loro non è stata perdonata la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Lazio. Inutile sottolineare che non è questo il modo migliore per farsi sentire, anche se gli amanti delle dietrologie e della scaramanzia sciorineranno i dati del passato, quando, dopo un’analoga contestazione, sempre per una pessima figura in Coppa Italia contro l’Atalanta, la Roma vinse poi il suo terzo scudetto con Fabio Capello, anno 2000-2001. Ebbene, in questo ginepraio si è inserita la visita di D’Alema, sfigato anche nei panni di tifoso… Giornata peggiore di questa difficilmente avrebbe potuto sceglierla, l’ex premier, giunto quando le acque si erano ormai calmate ma con i dirigenti romanisti (Zanzi, Sabatini e il responsabile del marketing Winterling) visibilmente imbarazzati…

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