Arriva l’antidoto anti-Grillo: trasparenza sui redditi di ministri (e parenti). La Cancellieri è la più ricca
Trasparenza, avanti tutta. Con l’obbligo di pubblicazione dei redditi online dei membri del governo si è deciso di rendere il Palazzo “di vetro” e ne è venuta fuori una fotografia dettagliata dello stato patrimoniale di chi ci governa. Il “Paperon dei Paperoni” in realtà è una donna, il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, con un reddito imponibile dichiarato di 319.170 euro (anche se in realtà si posizionerebbe al secondo posto se nella classifica entrassero i sottosegretari alla Presidenza visto che Patroni Griffi registra un reddito di 331.627 euro). La più “povera” è invece la titolare del dicastero dell’integrazione, Cecile Kyenge che dichiara 38.538 euro. C’è chi pubblica le situazioni patrimoniali di mogli, fratelli e figli, compresi quelli teenager e quindi nullatenenti. C’è chi si limita a elencare quanto possiede e la negazione del consenso alla pubblicazione dei propri dati rilasciata da parte dei parenti. E c’è poi chi, come il premier Letta, pubblica il proprio Cud, ma lascia la propria scheda patrimoniale a “zero” per ogni voce: probabilmente la sua casa o la sua automobile sono intestate alla moglie, ma non è possibile saperlo, visto che la “first lady” ha negato il consenso alla pubblicazione. Tutti i membri dell’esecutivo (qualcuno in piena “Zona Cesarini”) hanno ottemperato all’obbligo di legge, evitando così di far scattare la sanzione dai 500 ai 10mila euro in caso di omissione, con relativa pubblicazione su internet. Ecco la “classifica” delle dichiarazione dei redditi dei ministri del governo Letta: Anna Maria Cancellieri 319.170; Enrico Giovannini 297.729; Maurizio Lupi 282.499; Fabrizio Saccomanni 195.255 (la sua dichiarazione fa riferimento al reddito formato dal compenso annuo lordo da ministro a partire dal 28/4 (195.255 euro) poi tagliato a 130.707 euro dal 20/7). Dario Franceschini 187.462; Enzo Moavero Milanesi 186.735; Carlo Trigilia 179.025; Emma Bonino 177.077; Massimo Bray 150.457; Enrico Letta 123.893; Flavio Zanonato 109.565; Angelino Alfano 105.186; Nunzia De Girolamo 101.071; Beatrice Lorenzin 98.471; Andrea Orlando 98.471; Giampiero D’Alia 98.391; Maria Chiara Carrozza 97.916; Graziano Delrio 97.492; Mario Mauro 74.408; Gaetano Quagliariello 70.377. E infine Cecile Kyenge 38.538. «Molto soddisfatto» per l’andamento dell’operazione trasparenza è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi che, da ministro della Funzione pubblica del governo Monti scrisse la disposizione dell’operazione «trasparenza totale». Patroni Griffi decisamente ha dato il buon esempio: sul sito di Palazzo Chigi, infatti, non c’è solo la sua dichiarazione patrimoniale ma si trova anche quella dei suoi quattro fratelli, della madre e dei due figli. Non da meno è il suo successore a Palazzo Vidoni: Giampiero D’Alia pubblica i patrimoni anche del padre da poco defunto, dei fratelli, della mamma, della moglie e del piccolo Totò, che frequenta la scuola media e quindi non ha niente. Il ministro Flavio Zanonato pubblica i redditi di ben quindici parenti. Non ci sono i redditi del coniuge e dei parenti fino al secondo grado di diversi ministri, dal vicepremier Angelino Alfano ai ministri Enzo Moavero, Graziano Del Rio, Cecile Kyenge e Maurizio Lupi. E dalla lettura delle dichiarazioni patrimoniali emergono tante curiosità: dall’immobile a Parigi di Gaetano Quagliariello a una quota di un terreno in Messico in comproprietà con il padre di Andrea Orlando fino ai 23 fabbricati (tra appartamenti, box magazzini e negozi) di Annamaria Cancellieri, la più ricca tra i ministri.