Si estende in tutto il Brasile la “rivolta dell’aceto” contro il caro-trasporti e le spese per il Mondiale

18 Giu 2013 10:50 - di Valerio Pugi

Una ondata di manifestazioni di protesta sta scuotendo il Brasile e preoccupa il governo di sinistra della presidente Dilma Rousseff, che ha rotto il silenzio dopo che un gruppo di giovani è riuscito a forzare il cordone di polizia e a salire sul tetto del parlamento di Brasilia, affermando che «le manifestazioni pacifiche sono legittime» e che «è prerogativa dei giovani manifestare». I manifestanti, centinaia di migliaia in almeno undici città del Paese, protestano contro l’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici e contro le spese del governo per l’organizzazione della Confederations Cup, cominciata sabato scorso, e i Mondiali di calcio del 2014. Le proteste sono però degenerate in scontri violenti a Rio de Janeiro e Belo Horizonte, dove si è disputato l’incontro di calcio Nigeria-Tahiti della Confederations Cup. Spettacolare l’occupazione del tetto del parlamento di Brasilia da parte di alcune centinaia di manifestanti, in stragrande maggioranza studenti, che hanno srotolato striscioni e intonato cori contro il governo. «Il parlamento è nostro», gridavano i giovani, che si sono dati appuntamento sui social network e sono scesi in piazza simultaneamente in diverse città del colosso sudamericano. La manifestazione più imponente si è svolta a San Paolo, dove giovedì scorso vi sono stati duri scontri con la polizia militare: oltre 100mila persone hanno sfilato pacificamente in diversi cortei, bloccando la circolazione della megalopoli paulista. Scontri ci sono stati nel centro di Rio, dove un gruppo di manifestanti ha lanciato bombe carta contro la polizia, che ha risposto sparando candelotti di gas lacrimogeno e pallottole di gomma. I dimostranti hanno incendiato cassonetti e auto in sosta. Due agenti sono rimasti feriti e una decina di manifestanti sono stati arrestati. Incidenti anche a Belo Horizonte, dove si è giocata la partita di calcio Nigeria-Tahiti, valida per la Confederations Cup. Squadre antisommossa della polizia militare hanno usato pallottole di gomma per disperdere la folla che tentava di avvicinarsi allo stadio “Mineirao”. A Rio, dove anche due giorni fa si sono registrati incidenti nella zona attigua allo stadio “Maracanà” prima dell’inizio della partita Italia-Messico, almeno 40mila persone – secondo la polizia – hanno invaso le strade del centro per concentrarsi davanti al parlamento locale. In tutte le città i giovani indossavano fasce con la scritta “La rivolta dell’aceto”: i manifestanti usano infatti l’aceto per tentare di mitigare gli effetti del gas lacrimogeno lanciato dalla polizia militare. Il segretario generale della presidenza brasiliana, Gilberto Carvalho, ha detto che il governo e la presidente Rousseff sono “preoccupati” per le manifestazioni che si stanno diffondendo a macchia d’olio in tutto il Brasile. Carvalho ha detto che il governo dialogherà con i movimenti di protesta ma «non rinuncerà a garantire l’ordine e a far rispettare la legge». La presidente Rousseff è stata sonoramente contestata sabato scorso nello stadio di Brasilia durante la cerimonia inaugurale della Confederations Cup. Il movimento “Copa pra quem” («Il Mondiale per chi?”) accusa il governo federale di aver sfrattato migliaia di famiglie per far posto a parcheggi e nuove strutture che ospiteranno i tifosi di tutto il mondo in occasione dei Mondiali di calcio del prossimo anno.

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