Altri particolari sul bunga bunga fiorentino: la escort viveva nella casa della Coop e lì riceveva i clienti
L’inchiesta a luci rosse su un giro di escort a Firenze che ha portato finora a 14 avvisi di garanzia potrebbe rivelarsi per il sindaco Matteo Renzi una brutta gatta da pelare. L’antefatto è noto: una delle “signorine” racconta in un’intercettazione di essersi intrattenuta con un funzionario del Comune nella sala conferenze di Palazzo Vecchio. L’amplesso è stato interrotto dalla donna delle pulizie. Caduta di livello per l’amministrazione, ma non solo. Il funzionario in questione collaborava con l’assessore Massimo Mattei, del Pd, che ha rassegnato in fretta e furia le dimissioni per questioni di salute. Ma sono insistenti le voci che giudicano la tempistica delle dimissioni giustificata da tutt’altri motivi. L’inchiesta “bella vita” potrebbe riservare altre ghiotte sorprese e mettere in imbarazzo non solo il funzionario comunale finora finito nelle cronache. Oggi un titolo di Repubblica spiega come i contorni della vicenda siano cambiati.
Ecco cosa scrive Repubblica: la escort più ricercata, una certa Adriana, rumena di 42 anni, abitava in una casa messa a disposizione da una coop in passato amministrata dallo stesso assessore Mattei, sempre lui. Adriana per mesi (tra il 2011 e il 21012) non ha pagato l’affitto e in quella casa riceveva i suoi clienti. La cooperativa dice che non ne sapeva nulla, anche l’assessore Mattei, ovviamente, non era al corrente. Però sono al vaglio degli inquirenti 13mila intercettazioni che, come scrive La Nazione, stanno facendo tremare la città che conta e che potrebbero fornire tutt’altro punto di osservazione su questo bunga bunga fiorentino. Renzi appare molto cauto nei commenti e nelle dichiarazioni e si limita a dire: “Noi siamo parte lesa”.