Spariti 10 milioni dalle casse del Viminale: indagato l’ex numero due dei servizi segreti

11 Mag 2013 11:09 - di Redazione

Dieci milioni di euro spariti dalla casse del Viminale e investiti in una finanziaria svizzera: è il filone di una inchiesta della procura di Roma per la quale è indagato il prefetto Francesco La Motta, ex vicecapo dell’Aisi, il servizio segreto civile. La vicenda, di cui scrivono oggi alcuni quotidiani, riguarda il denaro del Ministero dell’Interno gestito dal Fondo per gli edifici di Culto (Fec), di cui La Motta è stato direttore dal 2003 al 2006.  Il Fec, ente con personalità giuridica propria, ha un patrimonio di oltre 700 immobili di valore storico e artistico e amministra tutti i beni degli enti religiosi disciolti: da Santa Maria del Popolo a Roma, a Santa Croce a Firenze, da Santa Chiara a Napoli, a Santa Caterina d’Alessandria a Palermo. Secondo quanto scrivono i giornali, gli accertamenti sono partiti da una inchiesta della procura di Napoli sul riciclaggio e sugli affari del clan Polverino (a La Motta si contestava di aver favorito i camorristi). Dalle indagini sarebbero emersi elementi relativi ai soldi sottratti dal prefetto, per questo gli atti sono stati trasferiti a Roma e collegati alla denuncia sull’ ammanco presentata tempo fa dai responsabili del Fondo per gli edifici di culto. La Motta, che è accusato di corruzione e peculato, avrebbe trasferito i dieci milioni di euro in Svizzera. Una iniziativa di cui, stando alle verifiche del Ros dei Carabinieri, il ministero sarebbe stato al corrente.

Tre giorni fa, gli investigatori hanno perquisito su disposizione del pm Paolo Ielo l’ abitazione e l’ufficio dell’ Aisi dove il prefetto – in pensione da alcuni mesi – continua ad avere un incarico di consulenza. Gli inquirenti hanno già inviato una richiesta di rogatoria alla Svizzera. Di La Motta, gentiluomo di sua Santità, la procura napoletana si era occupata all’ epoca delle indagini sulla P4 per i presunti contatti con Luigi Bisignani, esclusi poi dagli stessi magistrati.

 

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