Il voto a Roma: meno due punti per il Pd (26,2%), più consensi al Pdl (19,2%), bene FdI al 6%. Gli esclusi illustri

28 Mag 2013 19:19 - di Redazione

Gianni Alemanno dice a Porta a Porta che “tutto è aperto come prima” e che, considerando che metà dei romani non è andata a votare, il distacco con l’avversario Ignazio Marino non è di 12 ma di 6 punti. Ma come sono andati i partiti in città? La situazione vede in flessione il Pd mentre crescono i suoi alleati di coalizione, specie a sinistra; in leggera crescita il Pdl; frana il M5S mentre i centristi trovano in Alfio Marchini un cavallo che tiene ma non sfonda. Insomma nessuno sembra poter cantar vittoria a gola spiegata.

Partendo dal centrosinistra, il Pd è al 26,2 per cento. Due punti sotto, dunque, rispetto alle Politiche di febbraio (28,7) e molti meno rispetto alle Regionali (32,28) celebrate lo stesso giorno (uno stacco attribuibile alla forza personale del candidato governatore Zingaretti). La sorpresa è però verificare come alle Comunali del 2008 il Pd, che pure sosteneva il candidato poi perdente (Francesco Rutelli), totalizzava il 34 per cento pieno dei consensi: oltre sette punti dunque in cinque anni. Chi è in crescita, invece, è Sinistra ecologia e libertà: è al 6,2 per cento, mentre a febbraio portava a casa il 4,72 alle Politiche e il 4,53 alle Regionali. Alle Comunali del 2008 la Sinistra Arcobaleno totalizzò il 4,53. Uno zoccolo duro negli anni che però al momento sembra allargarsi di due punti. Non è escluso che possa esserci un ‘effetto larghe intese’, una conseguenza cioè dell’opposizione di Vendola al governo Pd-Pdl che può aver spostato una parte dell’elettorato di sinistra a preferire Sel (o anche la civica di Marino, ben piazzata al 7,46) al partito di Epifani.

Poi c’è il centrodestra: il Pdl sale al 19,2 e guadagna anche qualcosa sulle Politiche (18,72) e sulle Regionali (17,34) dove fu candidato governatore Francesco Storace, il cui partito, La Destra, prese il 3,47 per cento mentre oggi è all’1,29. Da segnalare il buon risultato di Fratelli d’Italia che sfiora il 6 per cento triplicando i voti rispetto alle politiche. E’ in calo sostanziale il Movimento Cinque Stelle:  è al 12,8, quattro punti sotto il 16,8 delle Regionali. Rispetto alle Politiche però, quando i grillini portarono a casa un clamoroso 27,7 per cento, la frana è pesantissima. Più complesso valutare i centristi: Alfio Marchini, forte di una campagna molto personale e dell’appoggio di parte dell’Udc, ha portato a casa con le sue liste per ora il 7,42 per cento. Alle Politiche Scelta Civica prese il 7,9 per cento, e l’Udc l’1,26 (andarono peggio le Regionali: 3,65).

Scorrendo i nomi dei nuovi consiglieri nell’aula Giulio Cesare risulta che non ci sarà più un mister ma una lady preferenze a Roma. E che il consiglio sarà sicuramente più rosa. Le più votate infatti sono due donne, Sveva Belviso, psicologa e vicesindaco uscente, che supera abbondantemente le 11mila preferenze, e Estella Marino (Pd), responsabile per il partito romano dell’Ambiente, con più di 9.000 voti. Il meccanismo della doppia preferenza di genere, un uomo e una donna, premia dunque il sesso femminile. Si segnalano poi flop ‘illustri’, quello di Stefano Dominella, ad di Gattinoni candidato nella civica di Marino, che non arriva a 300 voti, e Ilona Staller che non arriva a 50 preferenze. Bocciato anche il giornalista Valentino Parlato, candidato per Sandro Medici sindaco. E fuori dall’aula quasi sicuramente tutti i figli di. Dal figlio di Pio La Torre, Franco (Lista Marino), a Antonella Biscardi (Pdl), figlia di Aldo, da Giandomenico Monorchio (Lista Marchini), rampollo dell’ex ragioniere generale dello stato Andrea, alla nipote di Don Luigi Di Liegro, Luigina (Pd) passando per Alan Baccini (Pdl), figlio di Mario.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *