Prima giornata di consultazioni. Vendola tifa Bersani, Monti vuole le larghe intese (ma non sale al Colle)
Sono saliti al Colle con ricette diverse: prima il leader di Sel Nichi Vendola e poi i rappresentanti di Scelta civica. Per Vendola l’onere di provare a formare un governo spetta a Pier Luigi Bersani e solo a lui al quale il leader di Sel ha augurato coraggio “per tirare fuori l’Italia dal pantano”. Scelta civica ha proposto invece un governo di grande coalizione con i principali partiti disponibili “sulla strada dell’Europa e delle riforme necessarie per il risanamento finanziario e la crescita”. Mario Monti, che si è riunito con i suoi prima dell’appuntamento con Napolitano, non è salito al Quirinale. Nonostante l’apparente neutralità espressa da Scelta civica si parla insistentemente di una linea di dialogo aperta tra montiani e democratici: questi ultimi, in cambio dell’appoggio a un eventuale governo Bersani, sarebbero disposti a concedere una vicepresidenza a Scelta civica. E già, a proposito di questo incarico, si fa il nome di Lorenzo Dellai. Dentro il partito di Monti l’aria si va facendo irrespirabile: Mario Monti voleva disertare la riunione con i suoi parlamentari e si è detto infastidito e amareggiato per le voci che, dall’interno, sono state fatte circolare sui suoi appetiti personali. “So di essere considerato in via d’estinzione, ma non vorrei essere estinto – avrebbe detto – da chi ho contribuito a portare qui; alcune dichiarazioni che ho letto sui miei supposti interessi personali sono disgustose”.
Per quanto riguarda le proposte del M5S il capogruppo al Senato Vito Crimi ha annunciato che la loro richiesta è quella di un governo Cinquestelle. La delegazione sarà guidata da Beppe Grillo ma non ci sarà Casaleggio. Dopo l’incontro con il Capo dello Stato, in serata, Grillo accompagnerà i suoi capigruppo all’ambasciata americana dove sono attesi dall’ambasciatore David Thorne, lo stesso che tempo fa, in una scuola di Roma, espresse pubblicamente il suo apprezzamento per i grillini. Domani sarà la volta di Pdl e Pd. Berlusconi si è già espresso per un governo di concordia nazionale Pdl-Pd. Bersani, secondo voci insistenti, starebbe lavorando ad un piano B: disponibilità a un passo indietro per mandare avanti un candidato di garanzia. Oltre al nome già fatto di Stefano Rodotà circola anche quello del costituzionalista Valerio Onida.