Vendola ha paura di camminare nella Roma “omofoba”. Strano, ha la scorta da vent’anni. Come Pomicino…

5 Feb 2013 12:53 - di Luca Maurelli

Oggi c’è uno scoop sul quotidiano Il Fatto: Nichi Vendola ha paura di camminare da solo nella Roma “omofoba” di Alemanno a causa degli insulti ricevuti sul web da esponenti (pare) di Casapound. Lo scoop, però, è un altro: Vendola è il primo politico che ha paura dei passanti, più che dei killer, nonostante una scorta di poliziotti lo segua come un’ombra da vent’anni. Una scorta che noi cittadini paghiamo, per qualche buona ragione che magari ci sfugge, ma che non lo tranquillizza, anzi, gli fa venire voglia di sfidare da solo la Roma razzista, i nazisti e i fascisti che lo perseguitano, che lo insultano, in una città che lo terrorizza più della mafia e della sua Puglia, dove vent’anni fa chiese e ottenne la scorta contro le minacce della malavita. Se non fossimo in campagna elettorale ci sarebbe da ridere. E magari, da romani, offendersi. Nichi non ha paura dei cecchini della mafia ma è terrorizzato dalle tribù di omofobi che si annidano tra le rovine dell’antica Roma con l’olio di ricino e le piume di gallina nascoste negli stivaloni. Eppure in Italia, tra magistrati, eroi antimafia, giornalisti, politici, in pochi possono vantare una così lunga e continuativa protezione dallo Stato. In più Vendola, da quando è governatore della Puglia, alla scorta abbina anche l’auto di servizio una Wolkswagen Passat, come informa il suo ufficio stampa. Ma Nichi ha paura di camminare da solo a Roma solo adesso, a due mesi dal voto amministrativo. I poliziotti che lo seguono da quando Andreotti era ancora un ragazzino, invece, non si sono mai lamentati di camminare al suo fianco, di stargli dietro mattina e sera, di avere paura per minacce forse più serie di quelle di qualche ragazzino un po’ fuori di testa. Anche perché Nichi è uno abituato a lanciare l’allarme. Su se stesso. «La mafia me l’ ha giurata: mi vuole morto. All’ inizio ho taciuto: pensavo che se l’ avessi tenuto nascosto avrei rischiato di meno. E poi c’ e’ mia madre che soffre di cuore. Ma i compagni mi hanno fatto capire che tacere era un errore. Bisognava rendere note le minacce», denunciò nel ’93, allora trentacinquennne, giornalista, già deputato. Da allora cammina con la scorta. Sia a Roma che a Bari. Ma solo a Roma ha paura di passeggiare da solo. A due mesi dal voto. Con il sindaco Alemanno costretto a replicare a nome dei romani: «Vendola offende Roma. Dall’Europride del 2011 a ogni Gaypride la nostra città ha sempre garantito accoglienza e rispetto per tutti».

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