L’ultima illusione dei centristi: accaparrarsi i voti di Giannino
«È una regola secca: chi sbaglia paga. Deve valere in politica e con i soldi pubblici, io comincio dal privato. Ora giù a pestare destra, sinistra e centro». Oscar Giannino ha motivato così su Twitter la sua decisione di dimissioni irrevocabili da presidente di “Fare per fermare il declino”. Resta comunque il candidato premier del movimento, ha detto Silvia Enrico, che ha preso il suo posto, al termine della direzione nazionale. «La decisione sulle sue eventuali dimissioni, se eletto, la prenderà dopo le elezioni», ha aggiunto. Ma a chi andranno i voti di Giannino? La previsione più inverosimile è quella di Gabriele Albertini, candidato alla presidenza della Regione Lombardia per la lista di Monti, secondo cui questi voti andrebbero a lui «che ha fatto della meritocrazia e della correttezza i valori fondanti». Albertini dimentica, o finge di dimenticare, che la ragione prioritaria di “Fare per fermare il declino” è proprio quella di essere alternativa al governo Monti e quindi alla sua lista. Giannino è sceso in campo con l’obiettivo specifico di contrastare il governo dei tecnici, ma Albertini da questo orecchio non ci sente e fa lo spavaldo: «I suoi voti finiranno a Scelta Civica con Monti».
La riunione della direzione, svoltasi in un albergo romano vicino alla stazione Termini, è durata da mezzogiorno fino alle 17. «È stata una riunione molto lunga – ha detto la Enrico – rivendico con orgoglio il lavoro fatto e i nostri valori. Anche in questo momento dimostriamo la nostra capacità di essere diversi dall’offerta politica data fino ad ora. Oggi ripartiamo con maggior vigore, pronti ad affrontare gli ultimi giorni di campagna elettorale, consci delle nostre capacità e del valore delle persone. Auspichiamo che Oscar continui il suo impegno politico e che non si dimetta dopo un’eventuale elezione». Secondo la Enrico, Giannino non ha espresso in direzione le sue intenzioni su eventuali dimissioni. «Sono decisioni che Oscar assumerà una volta conclusa la fase elettorale – ha spiegato – Decisioni che sono rimesse soltanto a lui. Ma farà ancora campagna elettorale».