Filippo di Edimburgo, principe dell’ironia, ne spara un’altra delle sue…

21 Feb 2013 18:38 - di Antonio Pannullo

È inutile negarlo: il principe Filippo di Edimburgo, il consorte della regina Elisabetta, ci è simpatico. Sarà per quel suo essere così tremendamente inglese, sarà per il suo humour originale, sarà perché solidarizziamo col suo ruolo “sacrificato”, sarà per la sua aria distratta, ma tutto il mondo gli perdona le battute salaci, o ingenue, sì insomma le gaffes che continuamente fa. L’ultima è di poche ore fa: durante una visita a un ospedale britannico a Luton, a nord-ovest di Londra, si è rivolto a una dipendente di origini filippine e ha detto: «Le Filippine sono mezze vuote, perché siete tutti qui a lavorare per il servizio sanitario», riferendosi alla massiccia presenza di personale straniero negli ospedali inglesi, e non solo inglesi. Una risata fragorosa dei presenti ha coperto l’imbarazzo della donna per un’uscita che poteva essere anche scambiata per razzista, anche se solo da un fanatico del “politicamente corretto”. Alla fine della visita, l’ospedale ha emesso un comunicato in cui ha detto che Filippo, 91 anni, era molto allegro e ha fatto battute con tutti quelli che incontrava, alzando il morale di medici e infermieri. Cosa vera. E quando l’Inghilterra ha festeggiato i 60 anni sul trono della regina? Il principe consorte, in visita a Bromley per il Giubileo di diamante di Elisabetta II, si è fermato davanti a una ragazza in abito rosso dotato di cerniera e ha osservato: «Se ti tirassi giù la lampo certamente finirei agli arresti». Ma chi pensa che queste uscite siano da attribuire all’età ragguardevole di Filippo (nato Schleswig-Holstein-Sondenburg-Glucksburg), 91 anni a giugno, si sbaglia. Nel 1965, visitando una mostra d’arte africana, commentò: «Assomigliano ai disegni che porta a casa mia figlia da scuola», e teniamo presente che la figlia Anna era adolescente. Sempre in quel periodo dichiarò pubblicamente – peraltro riscuotendo un certo successo – che le donne inglesi non sapevano cucinare. Negli anni Ottanta, incontrando degli studenti inglesi che studiavano in Cina, raccomandò loro di non restarvi per troppo tempo, «altrimenti vi verranno gli occhi a mandorla». E ai dignitari delle Isole Cayman, dipendenza inglese, chiese: «Siete tutti discendenti dei pirati, vero?». In realtà storicamente le isole furono frequentate per secoli esclusivamente dai pirati… Molto british, poi, fu la battuta a un istruttore d’autoscuola in Scozia: «Come fa a convincere la gente a smettere di bere per il tempo necessario a prendere la patente?». A proposito dell’inclinazione dei sudditi del regno alla bottiglia, suggerì ad Adam Hills, comico nato senza la gamba destra, che si apprestava a tornare in Australia di contrabbandare una bottiglia di gin dentro la gamba finta. Storiche poi le gaffes verso le ex colonie: sempre a un gruppo di studenti inglesi, ritornati dalla Nuova Guinea, chiese ironico: «Siete riusciti a non farvi mangiare…», mentre – e siamo a dieci anni fa – si informò con  un aborigeno australiano: «Vi tirate ancora lancia e frecce?». Infine, ai bambini sordomuti dell’Associazione britannica dei sordi che erano venuti a rendergli omaggio, disse: «Se state così vicino all’orchestra, non c’è da meravigliarsi che siate sordi».

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