D’Alema: governeremo con Vendola e Fini. E Casini piazza Monti al Senato…
Pd e Monti sanno di non poter fare l’uno a meno dell’altro. Pubblicamente un giorno battibeccano e l’altro cinguettano come due innamorati: ma al di là del copione che recitano, l’inciucio post voto è pronto e si preparano già alla grande ammucchiata con Nichi Vendola e la Cgil. La conferma arriva puntuale da Massimo D’Alema: «L’unica maggioranza in grado di dare una prospettiva al Paese è una maggioranza ampia, rappresentativa e guidata dal Pd. Ma, fattore decisivo di cui Monti ancora fatica a prendere consapevolezza, dev’essere una maggioranza che comprenda anche la sinistra perché deve assolutamente fare anche cose di sinistra». L’ex premier, intervistato dal Messaggero, auspica un rapporto tra progressisti e moderati ma non a scapito dell’alleanza con l’amico Nichi Vendola, perché la maggioranza post voto «dovrà avere come bussola l’equità sociale». Per D’Alema «non c’è alternativa» e «sbaglia chi indica in Sel e nella Cgil il vero pericolo per l’Italia». Ma la presenza della sinistra radicale in un’alleanza che veda la partecipazione del “Centrino” imbarazza Pierferdinando Casini che, almeno a parole, gioca a recitare il ruolo del duro e puro: «I papocchi non hanno senso. Io non mi vedo accanto a Vendola. No, grazie». Intervistato da Rtl 102,5 il leader dell’Udc sostiene che «nel centrosinistra c’è qualche idea confusa». Far capire all’elettorato cattolico un’alleanza con la sinistra radicale (che chiede il riconoscimento del matrimonio tra gay e l’adozione di bambini) è piuttosto difficile. «È un pasticcio – ribadisce – che non serve alla democrazia italiana. Capisco i problemi della sinistra che teme il pareggio al Senato, ma non può pensare che noi possiamo fare la stampella». Parole apparentemente chiare, se non fosse che subito lancia un metamessaggio inequivocabile candidando Monti alla presidenza del Senato. E così parte la trattativa per le poltrone. Rispondendo a chi gli chiede se veda per il Professore un futuro da presidente del Senato dice: «Monti non è in cerca di un posto ma penso sia adatto a fare tante cose». Monti da senatore a vita, a premier e a presidente del Senato? Consul sine collega, manca solo la dittatura perpetua e le regole sono completamente aggirate.