Cristicchi dedica un brano alle foibe, ma a Sanremo preferisce cantare Pertini
L’anno scorso c’era il presidente del Senato, Renato Schifani. Due anni fa, c’era quello della Camera Gianfranco Fini. Quest’anno alla foiba di Basovizza, nessuno. Né alte cariche dello Stato, né tantomeno ministri del governo Monti. C’era però la gente comune: associazioni dei combattenti, gonfaloni della città di Trieste , di Muggia e di altre città e, per la prima volta, gli allievi dell’Accademia militare Nunziatella di Napoli.
Una giornata del ricordo passata in sordina, se non fosse stato per l’intervista a Simone Cristicchi, che ha dedicato un brano del suo album alla tragedia delle foibe. La prima strofa, l’unica resa pubblica finora, recita: «Quando entri nel magazzino/hai la stessa sensazione/di quando entri ad Auschwitz/respiri l’aria che si sente alle Fosse Ardeatine». La canzone, intitolata Magazzino 18, diventerà anche uno spettacolo teatrale, scritto a quattro mani con Jan Bernas, autore del libro Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani e debutterà l’autunno prossimo al teatro Stabile di Trieste.
Il cantautore romano sarà in gara al Festival di Sanremo, ma non canterà questa canzone. Ha infatti scelto di portare due brani più comodi per gli organizzatori: uno d’amore (Mi manchi) un altro (La prima volta che sono morto) dove ha messo in rima pure Pasolini e Pertini, tanto per andare sul sicuro con due icone del politicamente corretto. Evidentemente portare al Festival dei fiori i martiri della violenza comunista sarebbe stato troppo rischioso. Tanto per capire quanto siamo lontani da una memoria condivisa.
In una nota Federico Mollicone, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Roma, ha ringraziato Cristicchi che «dimostra che finalmente l’olocausto delle foibe non appartiene più solamente alla destra italiana» e propone da presidente della Commissione toponomastica del Campidoglio, di cancellare la via più lunga di Roma, intitolata a Palmiro Togliatti, il quale «fu completamente asservito al carnefice Tito» e chiede di«sostituirla con via Martiri delle Foibe».