I sondaggi su Ingroia che fanno tremare il Pd
L’appello al voto utile da parte di Pd e Vendola fa irritare i “rivoluzionari civili” riuniti dal duo Ingroia e De Magistris. Eppure il tema della desistenza non è stato del tutto archiviato. Ingroia è più possibilista, De Magistris fa l’irriducibile ma la trattativa, anche se in sotterranea e in sordina, non si è mai interrotta e andrà avanti fino a condurre a quella che il sito “Il Retroscena” chiama “un piccolo favore elettorale” e che dovrebbe tradursi in un “gesto di responsabilità” da parte di Rivoluzione civile. Con i sondaggi che danno il Partito democratico in lieve calo, tendenza registrata da diversi istituti demoscopici, la situazione in Lombardia, Campania e Sicilia si fa sempre più preoccupante per il Pd. In queste regioni infatti Ingroia, che a livello nazionale si attesta al 5%, sta tra l’8 e il 10 per cento.
Il rischio è che Rivoluzione civile eroda quei punti necessari a far scattare i premi di maggioranza, su base regionale per il Senato, per di più senza la certezza che Ingroia arrivi alla soglia dell’8% utile a eleggere un senatore. E nel Pd c’è chi non vedrebbe male un’intesa anche formale. Il magistrato ne è ben consapevole e non ha chiuso del tutto la porta, anche se gioca al rialzo. “Non lo escludo”, ha risposto intervistato a ‘Un giorno da pecora’ sulla possibilità che rinunci a proprie liste nelle tre regioni se trovasse un accordo programmatico con il Pd. Di certo, Ingroia vuole parlarne direttamente con Bersani ma senza dare troppo nell’occhio, cioè senza scontentare l’elettorato degli irriducibili che non gradisce discorsi sul “voto utile”. Oggi “Il manifesto” infatti se la prende con Vendola: ora ti adegui alla legge della matematica – attacca il quotidiano – ma cinque anni fa dicevi che il “voto utile” era un imbroglio, un inganno, un trucchetto.