Non c’è solo Grillo, a spararle grosse è anche il suo plurale: il ministro dell’economia
Non c’è solo Grillo, c’è anche il suo “plurale". È Vittorio Grilli, il ministro dell’Economia, che da un po’ di giorni le spara a raffica, un po’ come il suo "singolare" ha fatto negli show teatrali trasferiti sui palchi politici. E se il leader dei Cinquestelle fa le traversate a mare, scimmiottando Phelps, il ministro saltella da un posto all’altro dichiarando a più non posso. Sono tutte perle, frasi da incorniciare. Prendiamone qualcuna a caso, tanto una vale l’altra. «L’evasione è una piaga che pesa sugli onesti», dixit col tono di chi rivela una verità assoluta, come se non lo si sapesse da secoli. Poi ha regalato uno scoop: «L’obiettivo della manovra è quello di ridurre le tasse e aumentare i consumi», una grossa novità oltre che una bufala, visto che chiunque riduce gli acquisti perché è stato travolto da imposte e stangate. Ma così è se vi pare, lo dice il ministro. Sempre negli ultimi giorni ha sentenziato: «L’uso di contante in Italia è un fatto culturale ma in gran parte c’è un uso criminale». Dovrebbe spiegarlo ai tanti pensionati che, per pochi euro, lui vorrebbe costretti a impazzire tra codici del bancomat, firme, carte di credito e scontrini da conservare. il tutto col batticuore e con la paura di aver digitato male. Il massimo però l’economista montiano l’ha raggiunto con la legge di stabilità, arrivando a sostenere che «oggi abbiamo una legge che, per la prima volta in 18 mesi, è neutrale e non chiede sacrifici». Roba da non crederci. Per concludere con la fatidica frase, che ha fatto il giro dei tiggì: «Ne avranno benefici il 99% degli italiani». Nessuno s’illuda, non si tratta di frasi di un copione cinematografico. Le ha dette il “plurale" di Grillo. Che è tanto distante quanto vicino al "singolare" di Grilli. Paradossi dei cognomi.